Un colono israeliano, già noto per la sua violenza, ha ucciso ieri Awda Hathaleen, attivista e stimata figura della comunità di Umm al‑Khair, uno dei villaggi nella regione di Masafer Yatta, sulle colline a sud di Hebron. Durante l’incursione dei coloni, tra cui era presente Yinon Levi, questi ha tentato di demolire la rete idrica del villaggio usando una ruspa. Di fronte alle proteste della popolazione, il colono alla guida dell’escavatore ha colpito Ahmad Hathaleen alla testa, provocandogli gravi ferite. Successivamente, Levi ha sparato al petto di Awda, che è stato dichiarato morto all’arrivo all’ospedale.
L’omicidio di Awdah Hathaleen è solo l’ultimo di una serie di aggressioni sistematiche ai danni dei villaggi di Masafer Yatta. Nell’area, infatti, le famiglie palestinesi vivono sotto costanti minacce: incendi alle colture, distruzione di risorse agricole, attacchi fisici e intimidazioni. Le comunità locali riferiscono di continue incursioni di coloni armati, spesso mascherati e protetti dall’esercito israeliano.
Yinon Levi è stato protagonista di numerose aggressioni a danno di civili palestinesi, al punto che la passata Amministrazione americana Biden l’aveva sanzionato, ma Donald Trump appena rientrato alla Casa Bianca ha revocato ogni restrizione nei confronti del colono.
Masafer Yatta si trova all’interno della cosiddetta zona di tiro 918, designata dal governo israeliano come area militare sin dal 1981. Nonostante una sentenza della Corte Suprema israeliana del maggio 2022 abbia autorizzato le espulsioni, circa 1.200 palestinesi continuano a resistere alle demolizioni e alle richieste di trasferimento, denunciando una strategia di pulizia etnica.
Secondo l’Onu, l’uso della designazione militare è solo un pretesto per giustificare le demolizioni e l’espulsione della popolazione, fino a configurare un potenziale crimine contro l’umanità. Solo nel 2025 sono state distrutte più di 933 strutture tra Cisgiordania e Gerusalemme Est.
In questo clima di tensione, quotidiani sono gli episodi di violenza: nei mesi scorsi, abitanti di villaggi come Jinba o Khirbet al‑Fakhit sono stati aggrediti, le loro proprietà distrutte e le colture bruciate. Bambini, donne e anziani hanno subito lesioni e intimidazioni. In un caso recente, un bambino di 4 anni è stato colpito al volto da spray al peperoncino e pietre durante un attacco dei coloni
La comunità palestinese denuncia di essere lasciata senza protezione: le violenze dei coloni restano impunite. I riflessi di queste dinamiche sono resi evidenti nel documentario No Other Land, vincitore dell’Oscar 2025, che segue le vicende delle comunità di Masafer Yatta nella loro lotta per sopravvivere sul proprio territorio.