Vedere le bandiere gialle di Hezbollah e le bandiere verdi di Amal, sventolare nel quartiere di Raouche è un’ immagine insolita e inaspettata. Questa zona di Beirut, affacciata sul mare e storicamente lontana dall’influenza sciita, il 25 settembre è stata attraversata da una marea di vessilli gialli che scendevano lungo le strade fino alla costa e alle celebri due rocce che ogni giorno richiamano decine di turisti.
Migliaia di persone sono arrivate in auto, in motorino, a piedi. Gli organizzatori parlano di sei mila persone e avvicinarsi al luogo di ritrovo, l’insenatura del mare, dove sono giunte le barche decorate con le immagini dei due leader di Hezbollah, non è stato semplice, non per ostilità o tensioni, anzi, ma proprio per la folla che riempiva Raouche e le sue scogliere. Le macchine erano parcheggiate in terza fila, i motorini facevano lo slalom sui marciapiedi in salita, fra le persone che con una bandiera, un’immagine, una sciarpa del partito si accingevano ad arrivare al luogo del raduno.
Non erano soltanto militanti. A occupare il quartiere c’erano famiglie, donne, bambini, anziani, giunti per commemorare l’anniversario della morte del loro leader Hassan Nasrallah e del suo successore Safieddine, uccisi da Israele nel settembre dello scorso anno nel quartiere di Dahieh, nella periferia sud di Beirut. Le commemorazioni, iniziate proprio il 25 settembre, dureranno diciotto giorni e si concluderanno il 12 ottobre. Non si tratta di semplici celebrazioni di un leader: come sottolineano i militanti, “l’anniversario del martirio di Sayyed Hassan Nasrallah segnerà l’inizio di festival culturali, proiezioni documentaristiche e attività didattiche che racconteranno e tramanderanno la resistenza”.
La partecipazione all’iniziativa è stata imponente nonostante le forti pressioni politiche. Da mesi l’attuale governo libanese, sostenuto da Stati Uniti e Israele, tenta di imporre un processo di disarmo di Hezbollah. L’organizzazione, ora guidata da Naim Qassem, si oppone fermamente, soprattutto alla luce dei continui attacchi israeliani nel sud del Libano, ormai quotidiani che, secondo le dichiarazioni dell’attuale leader, rivelano l’intento coloniale di Israele di spingersi oltre i confini libanesi.
La stessa base popolare del partito ha reagito con forza: manifestazioni di piazza hanno animato Dahieh il 5 settembre 2025, trasformando il quartiere in un grande raduno di sostegno. Quel giorno Hezbollah ha ribadito di avere un radicamento reale e non solo simbolico. Nella stessa data i ministri di Hezbollah e del movimento Amal hanno lasciato le sessioni parlamentari in segno di protesta contro il progetto di disarmo promosso dal governo.
È in questo contesto che appare significativa, la decisione del governatore di Beirut, Marwan Abboud, di autorizzare il grande tributo a Raouche. Una scelta che sembra indicare come, nonostante la volontà delle istituzioni di assecondare le pressioni americane, la realtà politica e sociale del Paese resti profondamente intrecciata alla presenza di Hezbollah, parte integrante tanto del sistema politico quanto dell’assetto militare libanese.
Il 25 settembre la folla ha invaso strade e il lungomare con una determinazione calma ma potente, trasformando l’evento in una dimostrazione di identità e di radicamento: un segnale visibile che il “partito di Dio” non è solo simbolo, ma forza viva e organizzata nella società libanese.
“Nasrallah era una brava persona, ed è per questo che è stato ucciso”, riferisce una signora, mentre la folla continua a cantare e applaudire, mentre uomini e ragazzini si arrampicano sugli edifici dismessi per raggiungere una posizione più elevata da dove poter vedere l’omaggio del partito ai suoi leader.
Le immagini dei due leader al calare del sole sono state proiettate sulle rocce di Rauche, sfidando il divieto imposto dal governatore, che come unica clausola aveva imposto proprio che le immagini non fossero proiettate.
Intanto anche il santuario che custodisce la tomba della guida di Hezbollah è stato recentemente ristrutturato: la barriera che un tempo separava lo spazio di preghiera tra uomini e donne è stata rimossa e l’area è stata ampliata, consentendo a tutti i militanti di vedere il sepolcro nella sua interezza. Nella giornata del 26 settembre il complesso così come il quartiere era animato da un via vai costante di persone impegnate nei preparativi per la grande commemorazione prevista il giorno successivo, il 27 settembre dove gli organizzatori attendevano un afflusso imponente di persone. Una previsione che le immagini del raduno, diffuse dai canali ufficiali del partito, hanno confermato, mostrando una grande partecipazione collettiva. Pagine Esteri