I leader di mezzo mondo, inclusi quelli arabi e persino dell’Autorità nazionale palestinese, celebrano in queste ore il piano di Donald Trump per mettere fine all’offensiva israeliana a Gaza e “promuovere la pace nella regione”. Chi ha tante ragioni per festeggiare è senza dubbio il premier israeliano Netanyahu che torna da Washington con in tasca un progetto che accoglie le sue condizioni per fermare la distruzione di Gaza – il disarmo e la completa uscita di scena di Hamas – e, più di tutto, non offre alcuna garanzia per la creazione di uno Stato palestinese indipendente. L’analisi del direttore di PAGINE ESTERI, Michele Giorgio.
PODCAST. I 20 punti di Trump: un piano per cancellare la questione palestinese
