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Hamas ha consegnato alla Croce Rossa i 20 ostaggi israeliani vivi a Gaza che si era impegnato a rilasciare nel quadro dell’accordo di tregua e scambio di prigionieri raggiunto la scorsa settimana a Sharm El Sheikh. I liberati sono stati portati prima a Reim, in Israele, dove si sono riuniti dopo 738 giorni alle loro famiglie, poi sono stati trasferiti in elicottero in tre ospedali di Tel Aviv e Petah Tikva.
Hamas ha dichiarato che, entro la giornata di oggi, si impegna a restituire i corpi di quattro ostaggi israeliani deceduti. I rimanenti 24 saranno consegnati nei prossimi giorni, poiché non è noto per tutti il luogo della sepoltura.
A Tel Aviv decine di migliaia di persone riunite in Piazza dei Rapiti hanno seguito, tra applausi e ovazioni, su grandi schermi tutte le fasi del rilascio. Stamattina, prima della liberazione, alcuni ostaggi avevano parlato con le loro famiglie grazie a videochiamate fatte da Hamas in Israele.
In queste ore a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est tante famiglie ricevono e festeggiano i circa 2.000 prigionieri politici palestinesi scarcerati da Israele, tra cui 250 condannati all’ergastolo. In molte località però Israele ha intimato di non celebrare la liberazione e nei giorni scorsi ha arrestato diversi palestinesi che esortavano ad accogliere con calore pubblicamente i prigionieri. Questa mattina, un funzionario di Hamas ha comunicato ad Al Jazeera che, nell’ambito dell’intesa con Israele, 154 prigionieri palestinesi saranno deportati al di fuori dei confini dei Territori occupati.
Israele si è rifiutato di liberare il “Mandela della Palestina” Marwan Barghouti, Ahmed Saadat e altri detenuti politici di spicco.
Il presidente americano Donald Trump giunto stamattina in Israele, ha poi parlato alla Knesset. Per il Medio Oriente, “cuore sacro della civiltà”, è alla portata “un futuro più brillante”: tutte le nazioni saranno “più sicure e prospere di quanto non lo siano mai state”, ha detto con enfasi il presidente degli Stati Uniti. A suo dire presto l’intera regione mediorientale sarà smilitarizzata, a partire da Hamas, e ha citato il suo lavoro con il presidente del Libano, Joseph Aoun, volto a disarmare il movimento sciita Hezbollah. Trump ha ringraziato tutti i suoi collaboratori e il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che aveva preso la parola prima di lui per lanciare violenti avvertimenti ad Hamas, i palestinesi e tutta la regione messa di fronte, ha detto, alla potenza militare dimostrata da Israele.
Durante il discorso di Trump, due deputati del partito di sinistra Hadash, Ayman Odeh e Ofer Cassif, sono stati espulsi dalla seduta plenaria dopo aver sventolato un cartello con la scritta “genocidio”. Da segnalare che il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha affermato che Israele non ha compiuto “alcun genocidio” a Gaza.
Trump ha anche incontrato alcuni ostaggi liberati quindi è partito per Sharm El Sheikh dove partecipa al vertice internazionale organizzato dall’Egitto. Al summit prende parte anche Abu Mazen, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese. Invece Benyamin Netanyahu ha declinato l’invito di Trump a partecipare.
In Israele sono in corso i preparativi per accogliere domani Prabowo Subianto, presidente dell’Indonesia il più popoloso dei paesi islamici che non ha relazioni con Tel Aviv. La visita, descritta come storica, potrebbe preludere alla normalizzazione dei rapporti tra i due paesi.