Pagine Esteri – Quelle di ieri sono state probabilmente le elezioni amministrative più contese degli ultimi decenni.
Alle urne erano chiamati 9 milioni e 300 mila aventi diritto per eleggere 309 consigli comunali e 3259 consigli parrocchiali sia nel Portogallo continentale sia negli arcipelaghi atlantici di Madeira e delle Azzorre.
L’affluenza, che aveva raggiunto il 53,65% nella tornata locale del 2021, ieri ha invece sfiorato il 60%, a dimostrazione del maggiore interesse suscitato questa volta dalle elezioni amministrative.
Alla vigilia l’attenzione era tutta concentrata sui risultati della destra radicale. Per la prima volta Chega, che pochi mesi fa ha fatto irruzione nel parlamento nazionale di Lisbona scombinando il tradizionale quadro politico, ha infatti partecipato alla competizione con la speranza di strappare alcune importanti città al centrodestra e ai socialisti.
Dopo il terzo posto conquistato alle legislative anticipate di maggio, il partito di André Ventura ha debuttato come seconda forza politica in Parlamento per numero di seggi – ottenendone 60 – dietro al PSD (Partito Sociale Democratico, di centrodestra) che riunito con il CDS-PP (popolari) nell’Alleanza Democratica ha preso 89 seggi, e davanti al PS (socialisti, centrosinistra) che si è fermato a 58 rappresentanti.
Ma il temuto boom dell’estrema destra nei comuni non c’è stato, ed anzi il risultato di Chega può essere consideratomolto deludente considerando che alle legislative il partito si era piazzato in testa in ben 60 città.
Sebbene Chega abbia esteso la sua presenza negli enti locali, non si è neanche avvicinato al suo obiettivo di conquistare almeno 30 sindaci. Per cercare di ovviare al fatto che a livello locale i candidati del partito xenofobo sono spesso dei perfetti sconosciuti, André Ventura aveva sguinzagliato sui territori più di metà dei suoi deputati, ma senza grandi risultati. La vittoria più significativa Chega l’ha ottenuta ad Albufeira, uno dei comuni più turistici dell’Algarve (Portogallo meridionale) dove il candidato Rui Cristina, ex deputato socialdemocratico, ha ottenuto la maggioranza assoluta.
A mezzanotte, quando si è concluso lo spoglio, il verdetto è stato una doccia fredda per l’estrema destra. Anche se ha ottenuto quasi il 12% dei voti – la metà esatta rispetto al 23,74% conquistato alle legislative – Chega ha portato a casa solo 3 sindaci, classificandosi al quinto posto, superato anche dal Partito Comunista e dai Verdi coalizzati nella CDU (12 primi cittadini col 5,7%) e dal Centro Democratico Sociale (6). La delusione è stata particolarmente evidente nelle regioni dell’Alentejo e dell’Algarve, sulle quali l’estrema destra riponeva le maggiori aspettative. In Algarve la popolazione locale fatica, con i salari più bassi del paese, a stare al passo con il costo della vita in costante aumento a causa dell’invasione di turisti e pensionati stranieri. Nella regione agricola dell’Alentejo, invece, Chega ha concentrato la propria propaganda sull’accusa, rivolta agli stagionali immigrati, di rubare il lavoro ai braccianti locali, oltre che su quella rivolta alle istituzioni statali di aver abbandonato i territori periferici.
A livello generale il voto di ieri ha dimostrato la forte tenuta del bipartitismo – l’85% dei comuni verrà amministrato da socialisti e socialdemocratici – ed ha certificato il consolidamento dell’egemonia di un centrodestra che dopo aver espugnato il parlamento nazionale governerà ora le più importanti città del paese. Le coalizioni guidate dal Partito Sociale Democratico hanno trionfato in 136 dei 309 comuni in ballo sfiorando il 34%. Nel 2021 ne avevano conquistate 113. «È la prima volta dal 25 aprile 1974 che abbiamo rappresentanti in ogni comune del paese» ha esultato il primo ministro e leader del PSD, Luis Montenegro.
Il Partito Socialista, che ha corso quasi sempre da solo e in qualche caso alleandosi con alcune forze di sinistra, ha conquistato 127 sindaci – contro i 149 del 2021 – e il 29%. Ciò comporterà la perdita dell’egemonia nell’Assemblea Nazionale dei Comuni, che il PS controllava da ormai venti anni. Ma le amministrative hanno comunque evidenziato una ripresa dei socialisti dopo la scottante debacle registrata alle legislative di maggio. «Il PS è di nuovo l’alternativa politica all’AD (la coalizione di destra, ndr)», ha proclamato il Segretario Generale del Partito Socialista, José Luís Carneiro.
Comunque, le cinque città più grandi del paese sono andate al centrodestra.
A Lisbona, dove i sondaggi preconizzavano un pareggio, il sindaco uscente ed ex commissario europeo Carlos Moedas è stato rieletto alla guida di una coalizione formata da socialdemocratici, CDS e Iniziativa Liberale, a dispetto delle polemiche e della rabbia suscitata in una parte della popolazione dal tragico incidente sulla funicolare di Gloria, nella quale hanno perso la vita 16 persone.
La sua sfidante, la socialista Alexandra Leitão, aveva scelto di allearsi con varie forze di sinistra (Bloco de esquerda, Livre e PAN) ma non ce l’ha fatta. Il candidato del Partito Comunista, che aveva deciso di correre da solo, è giunto in terza posizione.
Anche a Oporto l’ha spuntata l’ex ministro socialdemocratico Pedro Duarte che ha prevalso sul socialista ed ex Ministro della Salute Manuel Pizarro nonostante anche in questo caso i sondaggi della vigilia dessero alla pari i due candidati. La città torna nelle mani del centrodestra dopo 13 anni di amministrazione dell’indipendente Rui Moreira che non si è potuto ricandidare a causa della legge che limita a due il numero di mandati.
Il centrodestra governerà anche a Sintra (la seconda città del paese per popolazione), a Gaia e a Braga, anche se i socialisti hanno strappato al PSD Bragança, Viseu, Coimbra e Faro.
A Lisbona, Oporto e in altre città più grandi il dibattito elettorale si è concentrato soprattutto sulla questione abitativa, sull’esodo degli abitanti dal centro città verso le periferie e sulla gentrificazione. L’impatto nel paese del turismo di massa e del trasferimento in Portogallo di decine di migliaia di cittadini stranieri con elevata capacità di spesa ha prodotto negli ultimi anni un aumento record del prezzo degli alloggi. Il problema è particolarmente grave nella capitale, dove i prezzi medi delle case sono aumentati dell’80% in cinque anni arrivando a quasi 5800 euro al metro quadro, a fronte di salari tra i più bassi dell’Unione Europea. Anche se il sindaco Carlos Moedas durante la campagna elettorale si è vantato di aver assicurato un alloggio a quasi 3 mila famiglie, gli esperti calcolano che in città siano necessarie almeno 150 mila nuove case.
La sua sfidante Alexandra Leitão aveva messo al centro del proprio programma il contrasto alle conseguenze dell’overtourism, promettendo di limitare gli affitti turistici e di imporre una moratoria sui nuovi hotel, ma non è servito a garantirle la vittoria. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, si occupa di geopolitica e movimenti sociali. Scrive anche di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con Pagine Esteri, il Manifesto, El Salto Diario e Berria.