L’11 marzo 2026 si insedierà al governo del Paese José Antonio Kast, primo presidente dell’estrema destra dal 1990. Vincitore del ballottaggio del 14 dicembre con il 58,16% dei voti, Kast capitalizza il voto obbligatorio e una sinistra atlantista incapace di offrire un’alternativa al neoliberismo, mentre il Cile si prepara a una restaurazione autoritaria che riapre le ferite del pinochettismo.
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L’alleanza tra ultradestra e neoliberisti mette in ombra la candidata progressista, isolata e tiepida. Paura, securitarismo e tensioni migratorie: così l’estrema destra ha ricostruito la sua egemonia.
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Jeannette Jara, candidata del Partito Comunista e Azione Umanista, ha vinto ampiamente le primarie presidenziali del campo progressista
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La questione “mapuche”, che attraversa la sinistra e le organizzazioni popolari ma anche le componenti governative, avrà il suo peso nelle elezioni municipali
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“Evadir, no pagar otra forma de luchar”, era lo slogan dei giovani cileni che sono riusciti a dare il via ad una enorme sollevazione popolare. Nonostante le conquiste ottenute, le ultime elezioni hanno registrato la vittoria dell’erede del pinochetismo
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Intervista a Carla Amtmann, prima donna sindaco di Valdivia, protagonista del processo di cambiamento in corso in Cile a partire dalle proteste del 2019. Assemblea costituente, diritti dei lavoratori, parità di genere, pubblicizzazione delle risorse: il Paese verso il superamento del neoliberismo.
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