della redazione –
Pagine Esteri, 19 maggio 2021– «Ancora una volta sono civili innocenti a pagare il prezzo altissimo del fallimento della comunità internazionale nel negoziare un immediato cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi, affrontando le cause alla base della crisi. La tremenda escalation di morte e violenza degli ultimi giorni avrà come prime vittime una generazione perduta di giovani e bambini palestinesi intrappolati tra le macerie di Gaza, senza diritti e senza futuro». Questo è l’allarme lanciato dalla Ong internazionale Oxfam. «Gli oltre due milioni di palestinesi che vivono confinati nella Striscia di Gaza hanno sopportato il peso di tre conflitti negli ultimi dieci anni – denuncia Laila Barhoum, policy advisor di Oxfam a Gaza – siamo stanchi e abbiamo paura. Giorno dopo giorno guardiamo le bombe cadere sulle case dove vivono e lavorano i nostri amici, familiari, colleghi, chiedendoci se saremo i prossimi. Attendendo invano una condanna della comunità internazionale su quello che sta accadendo. Quando alla fine di questa nuova escalation verrà dichiarato un cessate il fuoco, usciremo per strada e inizieremo a ricostruire dalle macerie, con la sola prospettiva di aspettare una nuova ondata di bombardamenti che distruggerà di nuovo, quanto abbiamo appena ricostruito».
A causa dei bombardamenti aerei in corso a Gaza 450.000 persone allo stremo riferisce Oxfam ricordando che servono cibo, acqua pulita, servizi igienici e aiuto per tenere al sicuro i bambini. Molti pozzi d’acqua e stazioni di pompaggio sono stati danneggiati dai bombardamenti israeliani e queste strutture sono l’unico modo per le persone che vivono a Gaza di poter aver accesso all’acqua potabile. Le autorità locali stimano che il 40% delle infrastrutture idriche sia stato colpito mentre devono fare i conti anche con la diffusione del Covid. Nei giorni scorsi è stato colpito e danneggiato il laboratorio centrale che processava i tamponi per il coronavirus e aiutava a monitorare la diffusione del contagio nella Striscia.
Oxfam ricorda inoltre che in questi giorni la produzione agricola da cui dipende buona parte della popolazione palestinese di Gaza è ferma: circa 200.000 ettari di terreni sono inaccessibili a causa del pericolo di attacchi degli attacchi aerei israeliani. «Tante donne e bambini sono stati mutilati e uccisi – sottolinea l’Ong – la popolazione di Gaza è esausta e ha paura, per questo chiediamo la fine immediata di tutte le violenze ed un cessate il fuoco duraturo. La comunità internazionale deve intervenire per porre fine all’attuale escalation e alla violazione dei diritti umani in corso. Rimuovendo quindi le cause che l’hanno generata, ossia le politiche di oppressione e discriminazione attuate da Israele, compresa l’occupazione e il blocco sulla Striscia».