della redazione
Pagine Esteri, 18 settembre 2021 – Grazie ai monopoli sui vaccini anti-Covid19, Moderna, Pfizer e BioNTech stanno realizzando profitti astronomici, con i due colossi americani che inoltre stanno pagando imposte irrisorie. A fronte di un investimento pubblico complessivo nel 2020 di oltre 8,3 miliardi di dollari a carico dei contribuenti americani ed europei per lo sviluppo dei vaccini, le 3 aziende hanno registrato nel primo semestre dell’anno ricavi per 26 miliardi di dollari, con un margine di profitto superiore al 69% nel caso di Moderna e BioNTech, mentre resta non formalmente verificabile quello di Pfizer. I ricavi sono da capogiro, grazie alla vendita di oltre il 90% delle dosi prodotte al miglior offerente tra i paesi ricchi e rincari del prezzo per dose, fino a 24 volte il costo stimato di produzione.
E’ la denuncia lanciata da Oxfam e EMERGENCY, membri della People’s Vaccine Alliance (PVA), in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del summit virtuale sul COVID, che il presidente Biden intende convocare in concomitanza con l’assemblea ONU.
“Il modello di business messo in pratica dai colossi farmaceutici è oltremodo redditizio e continua ad essere perfetto per azionisti e top manager che vengono remunerati generosamente, mentre a farne le spese sono i paesi in via di sviluppo che stanno affrontando un nuovo picco di contagi e decessi, senza vaccini, cure e trattamenti”, denunciano Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, presidente di Emergency. Invece di collaborare con governi e altri produttori qualificati per assicurare una disponibilità di dosi sufficiente a soddisfare la domanda mondiale, i giganti come Pfizer, Moderna e BioNTech appaiono più preoccupati a massimizzare i propri utili. Esercitando un potere monopolistico, non condividendo tecnologie e know-how e applicando cospicui sovrapprezzi, si stima che i tre colossi del farmaco si vedranno corrispondere nel 2021 41 miliardi di dollari in più, rispetto al costo stimato di produzione dei propri vaccini. Senza un deciso e immediato intervento dei governi a favore della sospensione dei brevetti, rischiamo perciò di assistere ad un ulteriore rialzo dei prezzi, applicato anche per la vendita delle terze dosi ai paesi ricchi”.
Per Moderna a metà 2021 4,3 miliardi di dollari di utili e appena 322 milioni di imposte pagate.
A fronte di livelli di redditività esorbitanti nel primo semestre dell’anno in corso, le 2 aziende americane, Pfizer e Moderna, hanno mostrato un profilo contributivo difficilmente definibile come congruo: Moderna ha versato nel primo semestre 2021 un’aliquota effettiva di appena il 7% e Pfizer del 15%. Aliquote così basse sono sintomatiche di un sistema fiscale distorto ed iniquo, che consente a corporation con ricavi miliardari di pagare, in proporzione, molto meno di quanto versano al fisco famiglie, che hanno il lavoro come unica fonte di reddito. Sulla base dei dati nei rendiconti trimestrali del 2021, la People’s Vaccine Alliance stima che Moderna abbia registrato, nel primo semestre 2021, ricavi dalle vendite del suo vaccino per oltre 6 miliardi di dollari, con profitti per 4,3 miliardi. La società prevede di realizzare vendite di dosi di vaccino per 20 miliardi di dollari nell’arco dell’intero 2021. Nel frattempo ha versato su scala globale un’aliquota fiscale a una cifra (7%), contribuendo per appena 322 milioni di dollari.
Considerando che Moderna e BionNTech non hanno altri prodotti commerciali significativi, oltre ai vaccini per il COVID-19, i loro elevati margini di profitto derivano quasi esclusivamente dalla commercializzazione di questi ultimi. Anche per Pfizer i proventi dalle vendite del vaccino anti-COVID, superiori a 11 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2021, rappresentano oggi più di un terzo dei ricavi a bilancio semestrale. Il colosso prevede di arrivare a 33,5 miliardi di dollari in vendite totali del proprio vaccino entro la fine del 2021, rendendolo uno dei prodotti farmaceutici più venduti quest’anno e potenzialmente nella storia dell’industria farmaceutica.
Pfizer ha dichiarato che i margini di profitto dalla vendita del suo vaccino sono inferiori al 30%, ma poiché l’azienda fornisce dettagliate informazioni finanziarie solo per i ricavi e non per le spese sostenute per lo sviluppo e la produzione dello stesso, non è possibile validare in modo indipendente tale dichiarazione. In aggiunta, l’azienda ha venduto solo lo 0,5% delle sue dosi di vaccino ai paesi più poveri.
La lezione non appresa dallo sviluppo della variante DELTA, oggi dominante anche in Italia
“L’accaparramento di vaccini da parte dei paesi ricchi e gli enormi profitti delle grandi aziende farmaceutiche – mentre a miliardi di persone viene negata qualsiasi forma di protezione – non sono solo moralmente sbagliati, ma anche miopi e pericolosi. Come dimostra chiaramente la variante Delta: se il COVID continua a circolare in altre parti del mondo, può dar luogo a varianti più contagiose o aggressive e in grado di resistere ai vaccini. Le varianti future potrebbero quindi rimandarci al punto di partenza. – continuano Albiani e Miccio – Per tenere veramente sotto controllo questo virus, dobbiamo porre fine ai monopoli sui vaccini, condividere tecnologia e know-how, così da poter aumentare la produzione in tutto il mondo e vaccinare quante più persone possibile. I paesi ricchi che iniziano la somministrazione delle terze dosi mentre la maggior parte dei paesi fatica a garantire le prime dosi al proprio personale sanitario, evidenziano la drammatica iniquità nel modo di condurre la nostra battaglia contro il virus”. Pagine Esteri