di Nello del Gatto*
(foto in evidenza di GPO/CTS)
Pagine Esteri, 28 settembre, 2022 – Inaugurati lo scorso 14 marzo alla presenza delle comunità religiose cristiane, responsabili dello Status Quo del Santo Sepolcro, procedono i lavori di restauro del pavimento della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Rappresentano la continuazione di quelli realizzati all’edicola della Tomba di Cristo circa sei anni fa a guida del Patriarcato Greco-Ortodosso in nome delle altre confessioni cristiane. Quegli attuali, sono gestiti dalla Custodia di Terra Santa, la speciale provincia francescana che rappresenta la chiesa latina, coordinata nel progetto dall’architetto palestinese Osama Hamdan e dall’archeologa dell’Associazione ProTerra Sancta Carla Benelli. La Custodia si sta avvalendo della cooperazione di un gruppo di esperti dell’Università La Sapienza di Roma. “Abbiamo iniziato dalla Rotonda – ha spiegato il direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Giorgio Piras – la parte più importante della Basilica, dove si trova l’edicola che secondo la tradizione è costruita sul luogo esatto della sepoltura di Cristo. Sono già emerse tracce di fasi molto antiche: sono stati rinvenuti resti delle fondazioni e dei muri della Basilica costantiniana, e abbiamo scoperto che chi l’ha edificata nel IV secolo ha prima livellato il terreno con pietre di risulta. Sono emersi frammenti di ceramica e di decorazioni risalenti presumibilmente alla stessa epoca. In seguito, dateremo i reperti pezzo per pezzo, perché i romani utilizzavano spesso materiale di risulta per costruire e questo potrebbe riservare qualche sorpresa”.
Il progetto, che prevede opere di restauro o sostituzione delle piastrelle danneggiate del pavimento nella parte nord della rotonda e scavi della sua area sotterranea, sotto i sette archi e davanti alla Sacra Edicola, dovrebbe essere completato, secondo il programma, entro ventisei mesi ed è finanziato da sponsor e anche da singoli donatori.
La superficie è stata suddivisa in dodici parti e il cantiere procede a blocchi di 100 metri quadrati per volta per non ostacolare le funzioni religiose delle tre comunità e le visite dei pellegrini “La cooperazione tra le tre comunità è la cosa più importante di questo progetto – ha affermato padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa – mostra al mondo intero che è possibile tra cristiani di diverse Chiese e comunità avere un rapporto fraterno e collaborare”.
Il team della Sapienza ha scoperto strati rocciosi della cava di pietra utilizzata per la costruzione originaria della Chiesa. Questi strati, secondo Francesca Romana Stasolla, direttrice dei lavori del sito “hanno differenze di altezza causate da tagli profondi e irregolari, che scendono anche molto in profondità, come si vede in altre aree della basilica. L’operato del cantiere costantiniano – ha aggiunto la Stasolla – aveva come esigenza primaria quella di colmare tali dislivelli per creare un piano unitario ed omogeneo per la realizzazione delle strutture della chiesa e dei suoi annessi. È stato fatto con riempimenti progressivi, utilizzando strati di terreno per drenare l’acqua e livellare le zone più profonde”. Nella rotonda, gli archeologi hanno poi anche portato alla luce un tunnel che era stato in parte già scavato in precedenti ricerche, che si ritiene sia fondamentale per capire e spiegare l’intero sistema di deflusso dell’acqua dell’edificio.
Da maggio gli archeologi stanno scavando 24 ore su 24 nel sito. “Il lavoro si svolge a ciclo continuo, giorno e notte, e la lavorazione dei materiali prodotti avviene in tempo reale tra Gerusalemme e Roma, dove lavora il resto del team”, ha concluso la Satolla.
I primi mesi di lavoro sono stati tra l’altro caratterizzati da una importante scoperta archeologica. Altri ricercatori, scavando nella chiesa del Santo Sepolcro, hanno infatti riscoperto la sezione principale dell’altare maggiore medievale che si trovava all’apice della chiesa dell’era crociata. Si tratta di una lastra di pietra di 2,5 x 1,5 metri. Poche settimane fa, durante un sopralluogo volto appunto a verificare l’andamento e lo svolgimento dei lavori, gli esperti hanno spiegato nel dettaglio i loro metodi di lavoro; in particolare sono state mostrati campioni di lastre vecchie e lastre nuove, che saranno installate in sostituzione delle lastre danneggiate, evidenziando come la sostituzione tiene conto dello spessore delle lastre, del loro colore etc. Sono state anche spiegate le modalità di assemblaggio.
“Gerusalemme e la stessa Basilica del Santo Sepolcro – ha dichiarato ancora Piras – sono nodi di complesse tensioni politico-religiose. È una situazione che può generare stress, specie nei più giovani: dottorandi, assegnisti e studenti poco più che ventenni con cui condividiamo questa esperienza straordinaria. Ecco perché nel team ci sono persino alcuni psicologi. Il grosso del team in realtà è però composto da archeologi del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, affiancati da tecnici di geologia e ingegneri statici. Il restauro delle pietre del pavimento, invece, sarà realizzato dalla Venaria Reale di Torino con criteri rigorosamente conservativi: le pietre non più utilizzabili saranno sostituite con materiale locale”. Pagine Esteri
*Nello del Gatto è corrispondente estero, autore e conduttore per Radio 3 Rai. Dopo aver lavorato come giornalista di nera e giudiziaria si è dedicato agli esteri, occupandosi di diritti civili. Ha trascorsi sei anni in India come corrispondente dell’ANSA e successivamente a Shanghai con lo stesso ruolo. Dal 2019 è a Gerusalemme.