AGGIORNAMENTO 14 GENNAIO
Due combattenti del Jihad sono stati uccisi la scorsa notte a Jabaa (Jenin) da forze israeliane. Un terzo palestinese, ferito il 2 gennaio dal fuoco di soldati è spirato nel corso della notte. Sale a 12 il bilancio di palestinesi uccisi dall’inizio del 2023.
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di Michele Giorgio
Pagine Esteri, 13 gennaio 2023 – I soldati sono penetrati ieri prima dell’alba di Qalandiya. A quell’ora il silenzio regnava ancora nel campo profughi tra Gerusalemme e Ramallah proprio accanto al posto di blocco israeliano più grande della Cisgiordania ben noto per il delirio quotidiano di auto in colonna per centinaia di metri, cumuli di rifiuti, macerie, autobus e taxi collettivi con a bordo passeggeri rassegnati a lunghe attese, permessi da esibire prima di poter passare. E per il Muro di separazione costruito da Israele e sul quale domina ancora un grande ritratto di Marwan Barghouti, il più conosciuto dei prigionieri politici palestinesi trasferito a inizio settimana in un carcere del Neghev, Nafha, assieme ad altri 70 detenuti.
Testimoni e famigliari riferiscono che Samir Aslan, 41 anni ha sentito dei forti colpi alla porta di casa. Ha aperto e trovato soldati israeliani intenzionati ad arrestare il figlio Ramzi, nel quadro di un raid che ieri ha visto finire in manette 15 giovani palestinesi. Come siano andate le cose non è chiaro ma Samir Aslan ha cercato di opporsi all’arresto del figlio. Ad un certo punto un militare gli ha sparato colpendolo in pieno petto. Le immagini che circolano in rete lo mostrano a terra, immobile, circondato dai soldati. L’uomo è morto poco dopo. I soccorsi, fatti passare con ritardo dai soldati, non hanno potuto far nulla per salvarlo. Aslan non era armato. L’esercito israeliano ha riferito solo di un fitto lancio di pietre contro i soldati entrati nel campo e del ritrovamento di armi, ma non a casa di Aslan. Qualche ora dopo è stato ucciso un altro palestinese, Habib Kamil, 25 anni, di Qabatiya (Jenin). I soldati l’hanno inseguito e ucciso in un uliveto. Era, secondo alcune fonti, militante in un gruppo armato. Con Aslan e Kamil sale a sette il numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania da forze israeliane, dall’inizio del 2023. Un ottavo palestinese stato ucciso due giorni fa nei pressi di Hebron dopo che aveva ferito con un coltello un israeliano.
Nel nord della Cisgiordania occupata, da mesi terreno di incursioni quasi quotidiane dell’esercito israeliano, spicca nelle ultime ore un blitz nella città vecchia di Nablus, la roccaforte della Fossa dei Leoni. Questo gruppo armato è l’obiettivo prioritario delle forze speciali israeliane. Nonostante l’uccisione dei suoi comandanti e di non pochi dei suoi membri, continua a compiere attacchi mordi e fuggi nell’area di Nablus che rendono sempre più arduo il movimento dell’esercito israeliano in quella zona. Nel frattempo, si infoltiscono i ranghi di altri gruppi armati e ogni giorno si segnalano lanci di pietre e molotov e atti di resistenza popolare contro le forze di occupazione anche a sud della Cisgiordania. Il programma e il pugno di ferro del governo di estrema destra religiosa guidato da Benyamin Netanyahu da un lato isola e sanziona l’Autorità Nazionale di Abu Mazen ma dall’altro finisce per accrescere la militanza armata tra i palestinesi convinti ormai della fine definitiva di qualsiasi possibilità per un accordo politico che metta fine all’occupazione militare israeliana.
Proteste non mancano neanche in Israele contro il nuovo governo, ma non a sostegno dei diritti dei palestinesi. Ieri centinaia di ex giudici e avvocati hanno manifestato contro la riforma del sistema giudiziario che ha in mente il ministro della giustizia Yariv Levin e che mira a restringere i poteri e l’autonomia della magistratura. Si moltiplicano in questi giorni le prese di posizioni contro i propositi di Levin e anche gli Usa si dicono contrari ai passi annunciati dal ministro. Domani sera molte migliaia di israeliani, come è avvenuto sabato scorso, si riuniranno in piazza Habima a Tel Aviv per manifestare contro il governo. Si prevede che le organizzazioni di sinistra radicale sventoleranno le bandiere palestinesi di cui il ministro Ben Gvir ha proclamato l’illegalità. Pagine Esteri