della redazione
Pagine Esteri, 27 gennaio 2023 – Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà oggi per una sessione di emergenza sul raid sanguinoso compiuto ieri dall’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, in cui sono stati uccisi nove palestinesi, tra cui una donna anziana. La riunione è stata richiesta da Cina, Francia e anche dagli Emirati, il principale alleato arabo di Israele nel Golfo. Un dato che testimonia la grande risonanza che hanno avuto nella regione le uccisioni a Jenin. La tensione dopo il raid è molto alta ed è stato ucciso un altro palestinese a Ram, a nord di Gerusalemme. Da Gaza sono stati lanciati razzi verso il sud di Israele. Alcuni sono stati intercettati, altri sono caduti senza fare danni. L’aviazione israeliana ha poi colpito presunti siti del movimento islamico Hamas. Le prossime ore si annunciano cariche di tensione in Cisgiordania e anche Gerusalemme dove migliaia di palestinesi affluiranno sulla Spianata delle moschee per le preghiere del venerdì. Ieri in tarda serata gruppi di coloni e di estremisti di destra israeliani sono scontrati con i residenti palestinesi nella zona di Porta Nuova nella città vecchia di Gerusalemme. Intanto si cerca di interpretare la decisione dell’Autorità nazionale palestinese di interrompere, in risposta al raid a Jenin, il coordinamento di sicurezza con Israele. Un passo invocato da anni dalla popolazione palestinese che, se confermato, potrebbe avere importanti riflessi. In passato però è già stato annunciato in diverse occasioni dall’Anp senza che la decisione avesse poi riscontri concreti sul terreno. Pagine Esteri
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