della redazione

(nella foto di SonoGrazy un manifesto per la liberazione di Patrick Zaki a Palermo)

Pagine Esteri, 19 luglio 2023 – Il giorno dopo la condanna a tre anni di carcere, sentenziata dal tribunale speciale di Mansoura per “diffusione di notizie false” sui social, lo studente Patrick Zaki, iscritto all’Università di Bologna, è stato graziato. Il presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi oggi ha emesso un provvedimento di grazia a suo favore e dell’avvocato per i diritti umani Mohamed El-Baqer, legale dell’attivista Alaa Abdel Fattah il più noto prigioniero politico egiziano.

Zaki dei tre anni avrebbe dovuto scontare ancora 14 mesi. Ieri, dopo la condanna – non appellabile perché pronunciata da una corte di sicurezza – erano stati lanciati vari appelli per la sua liberazione. A Roma gli esponenti della maggioranza di destra sostengono che il giovane egiziano sarebbe stato graziato per le pressioni diplomatiche del governo Meloni. Ma su El Sisi con ogni probabilità hanno influito di più i messaggi che ha ricevuto dagli Stati uniti a favore della scarcerazione di Zaki e considerazioni di carattere economico, dati i rapporti stretti in campo energetico tra Italia ed Egitto. Al Cairo in ogni caso attribuiscono la concessione della grazia all’appello lanciato ieri ad El Sisi dal Comitato per il “Dialogo Nazionale”, si tratta di incontri cominciati nelle scorse settimane tra varie forze politiche, sindacali e sociali per la “riconciliazione nazionale”, promossi dal regime e che sino ad oggi non hanno prodotto alcun risultato apprezzabile.

Con la grazia concessa a Zaki e El Baqer, il presidente egiziano cerca di accreditare un suo presunto approccio più moderato alle questioni di sicurezza. L’Egitto però era e resta un paese con migliaia di detenuti politici, in gran parte dei casi arrestati in modo arbitrario, con scarse possibilità di essere scarcerati o graziati.  Pagine Esteri