di redazione
Pagine Esteri, 7 settembre 2023 – Nel paese africano, dove il 26 luglio ha preso il potere una giunta militare rovesciando il presidente Mohamed Bazoum, continua a crescere l’ostilità nei confronti della consistente presenza militare francese. Sabato scorso migliaia di persone hanno manifestato di fronte alla base militare di Parigi a Niamey, dove risiedono una parte dei 1500 soldati di Parigi, chiedendone la chiusura.
Durante le proteste, i manifestanti hanno chiesto anche lo smantellamento della base Usa di Agadez – la seconda più grande degli Stati Uniti in Africa dopo quella di Gibuti – e scandito slogan contro la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), che ha decretato sanzioni economiche contro il Niger e ha minacciato un’azione militare per ripristinare l’ordine costituzionale.
Anche la giunta militare chiede il ritiro dei francesi, e contemporaneamente preme su Parigi affinché rimpatri il suo ambasciatore Sylvain Itté e ha tagliato luce ed acqua alla rappresentanza diplomatica transalpina.
Secondo alcune fonti le proteste popolari, le pressioni della giunta militare e il crescente isolamento nell’area starebbero convincendo Emmanuel Macron quantomeno a ridurre la presenza francese in Niger. Secondo “France 24”, ad esempio, Parigi starebbe pensando di ridurre il contingente aereo e il numero di droni operativi nel paese africano, e anche il contingente militare verrebbe snellito.
Nel corso di una conferenza stampa tenuta il 4 settembre il primo ministro nigerino ad interim, Ali Mahaman Lamine Zeine ha spiegato che il suo «governo ha già denunciato gli accordi che permettono (alle truppe francesi) di essere sul nostro territorio. Si trovano in una situazione di illegalità e penso che i contatti in corso dovrebbero consentire a queste forze di ritirarsi molto rapidamente dal nostro Paese».
In precedenza era stata la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna a citare la possibilità di un parziale ritiro francese dal Niger, spiegando a “Le Monde” che le truppe francesi non possono continuare a contrastare il terrorismo jihadista e ad addestramento i militari locali. «Questa missione non può più essere garantita poiché non abbiamo più operazioni condotte congiuntamente con le forze armate nigerine» ha dichiarato Colonna.
Il contingente francese è dispiegato in tre basi situate nella capitale Niamey, a Ouallam (a nord di Niamey) e ad Ayorou (alla frontiera con il Mali). La maggior parte dei 1500 militari francesi si trova nella base esistente nella capitale, dove sono presenti anche circa 250 militari italiani impiegati nella Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (Misin). Nell’installazione sono schierati numerosi aerei da combattimento Mirage ed elicotteri d’attacco (Tiger) o elicotteri da manovra (Caiman), oltre a decine di veicoli corazzati e di droni da bombardamento MQ-9 Reaper.
Nell’estate del 2022 i militari francesi hanno già dovuto abbandonare il limitrofo Mali dopo un altro colpo di stato, ponendo così fine all’operazione Barkhane di contrasto ai gruppi jihadisti.
Nel gennaio di quest’anno anche la Saber Force – le forze speciali francesi in servizio a Ouagadougou da 15 anni – si sono ritirate dal Burkina Faso, anch’esso guidato da una giunta militare golpista che ha voltato le spalle a Parigi. Il personale militare francese nel Sahel si è quindi ridotto drasticamente nel giro di un anno, passando da circa 4.500 a 2.500, di cui 1.500 in Niger e 1.000 in Ciad. – Pagine Esteri
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