di Davide Matrone –
Pagine Esteri, 2 ottobre 2023. Dopo il primo dibattito televisivo dello scorso 13 agosto, ieri domenica 1° ottobre si è tenuto il secondo ed ultimo per queste elezioni politiche 2023. I due candidati al ballottaggio, Luisa González candidata del centro-sinistra e Daniel Noboa del centro destra, si sono duellati per circa tre ore sotto la conduzione della giornalista Ruth Del Salto che non ha risparmiato ad entrambi domande abbastanza spinose.
Il verdetto è netto: Luisa González ha vinto la sfida senza alcun dubbio. Ha gestito con sicurezza e padronanza i temi sulla sicurezza, salute, educazione e politica. La candidata della Revolución Ciudadana ha preparato con meticolosità ogni aspetto per il dibattito ed è stata ben assessorata dalla squadra composta da Andrés Arauz, Pabel Muñoz e Paola Pabón. Buona la comunicazione politica, ottimo linguaggio verbale e corporale, buon controllo delle emozioni e delle tensioni e adeguata preparazione sui temi da affrontare. Sembra non ci siano state sbavature. A differenza del giovane imprenditore Noboa che è risultato teso, impacciato e lento. In alcuni momenti ha evaso le risposte mescolando le tematiche e le pause dava l’impressione di una mancata prepazione e insufficiente capacità di gestire la situazione senza il copione. Inoltre, ha cercato di attaccare la sfidante con una serie di questioni fritte e rifritte senza riuscire nell’intento. Gli attacchi sono apparsi timidi, poco convincenti e per niente incisivi. Il corpo era ingessato e le arcate sopraccigliari sempre appuntite mostravano tensione e nervosismo. In definitiva e in termini calcistici la sfida èterminata 4 a 0 per Luisa González.
I sondaggi circolati dopo il dibattito sui mezzi digitali, confermavano la vittoria per Luisa González con un 6 a 4 e che la stessa avrebbe guadagnato una percentuale tra il 4 e il 6% tra gli indecisi. Non pochi in 3 ore. I sondaggi 24 ore prima del dibattito presentavano uno scenario piú o meno tranquillo per l’imprenditore bananero Noboa che guidava con un 55% a 45%. A questo punto sembra esserci un pareggio o forse un lieve vantaggio per Luisa González.
I precedenti
I due candidati son gunti allo scontro televisivo con discorsi e posizioni differenti. La candidata della Revolución Ciudadana ha puntato la sua campagna elettorale promuovendo le opere realizzate durante i 10 anni dell’ex presidente Rafael Correa e sulla forte volontà di recuperare la patria distrutta negli ultimi 6 anni dai governi neoliberisti di destra di Lenin Moreno e Guillermo. Tra gli slogan piú usati dall’avvocatessa della costa di Manabí ci sono stati:“L’abbiamo già fatto” e “A recuperare la Patria”
Al 1° turno Luisa González ha conquistado il 33.62% e 49 parlamentari, cioé due in piú rispetto alle elezioni del 2021. Inoltre, la RC è risultata la prima forza politica a livello nazionale conquistando le tre città principali del paese: Quito, Cuenca e Guayaquil.
Luisa González è stata parlamentare nell’ultima legislatura e ha fatto dura opposizione con tutto il suo partito contro il governo del banchiere Guillermo Lasso. L’unità e la compattezza della Revolución Cuidadana è stato determinante in termini di credibilità e di fiducia per il suo elettorato che non l’ha abbandonato ed anzi, premiandolo nelle elezioni amministrative del 5 febbraio 2023 conquistando 9 regioni e 50 città. Nemmeno nel miglior periodo del Correismo si erano registrati consensi di tale livello.
Nonostante le incessanti persecuzioni giudiziarie verso i quadri del partito, nonostante la costante campagna mediatica contro, la RC ha preservato uno zoccolo duro del 32-33% che è la stessa percentuale che si registra in tutte le elezioni in Ecuador dal 2017 al 2023 (comunali, regionali, politiche e referendum). Dalle elezioni 2021 si è avuto un minimo incremento che in termini numerici si tradurrebbero in 300 mila voti (+1%) e +6 regioni (8 nel 2021, 14 nel 2023).
Lo sfidante Daniel Noboa, che ha sorpresa ha ottenuto un 23.43%, ha mostrato la forza e i denti durante tutta la campagna elettorale promettendo di eliminare la delinquenza aumentata negli ultimi 3 anni, di generare occupazione e di dare microcrediti ai giovani per l’attivazione di microimprese. Nel 1° dibattito in sordina ha conquistato il consenso grazie alla chiarezza nelle risposte e senza intromettersi nelle baruffe che coinvolgevano gli altri candidati del centro – destra come Topic, Sonnenholzner e Yaku Pérez. Niente a che vedere con il Noboa di ieri sera.
L´impreditore ed ex parlamentare della scorsa legislatura appartiene al Gruppo Noboa, uno dei più grandi e potenti gruppi esportatori del paese che cominció le sue fortune con la costituzione nel 1947 della Bananera Noboa S.A. del nonno Luis Noboa Naranjo e nel 1976 con l’Industria Molinera. La prima dedicata all’esportazione delle banane e la seconda alla fornitura di farina e avena del mercato interno nazionale. Nel frattempo e con l’avvento della globalizzazione, il gruppo è cresciuto ed oggi conta con 141 integranti, di cui 4 sono società finanziarie, 119 societànazionali e 15 straniere. Il papà dell’attuale candidato, Álvaro Noboa, già parlamentare della Repubblica ha tentato per ben 5 volte la conquista di Palacio Carondelet (la sede del governo della repubblica in Ecuador) ma non ci è mai riuscito. Fu, inoltre, il primo a sfidare Rafael Correa nel lontano 2006 e perse inaspettatamente contro l’allora out-sider economista e docente universitario. Poi la storia confermó che quest’ultimo non fu un fuoco di paglia e che rimase al governo per 10 anni lasciando il paese con un’accettazione popolare del 41%. Non poco per qualsiasi presidente che abbia governato ininterrotamente per un decennio.
La coalizione di Daniel Noboa denominata Acción Democrática Nacional (ADN), messa su per queste elezioni e che vede tra i sostenitori l’ex presidente Lenin Moreno, ha portato al parlamento 13 parlamentari conquistando 5 delle 24 regione totali alcune delle quali nella costa e nella Cordigliera delle Ande.
Gli scenari
Dopo il dibattito, si aprono nuovi scenari e sembra ancora tutto in gioco. Fino a sabato 30 sembrava che la partita fosse quasi chiusa con la vittoria di Noboa. Ora mancano due settimane al voto e tutto può ancora succedere. Luisa González se riuscirà a gestire il capitale elettorale conquistato ieri sera, potrà essere lei la prossima presidente della Repubblica ed avere anche una certa stabilità nel governare nei prossimi 14 mesi con 49 parlamentari su 131. Ci sono, inoltre, ancora 6 deputati da assegnare attraverso il voto all’estero che dovrebbe favorire nuovamente il partito della RC. Negli ultimi anni, gli ecuadoriani residenti all’estero hanno votato in maggioranza per il partito di Rafael Correa. Dovrebbe confermarsi il trend. Si è complicata invece la situazione del candidato Noboa che ora dovrà recuperare la pessima figura di ieri e giocarsi il tutto e per tutto. E se anche dovesse vincere, la colazione dell’ADN potrà contare solo su 13 parlamentari che sono pochini per poter governare stabilmente per un anno e mezzo. Potrebbe ripetersi una situazione analoga al presidente Lasso che vinse le elezioni con soli 12 deputati e con alleanze molto deboli non è andato oltre 2 anni di governo.