→ SEGUI IL LIVE DI MERCOLEDì 1 NOVEMBRE

 

Aggiornamenti 31 ottobre 2023

ORE 23.00

Il governo della Bolivia ha annunciato oggi di aver rotto le sue relazioni diplomatiche con Israele “a causa dei crimini contro l’umanità commessi contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza”. In un comunicato firmato dalla ministra della Presidenza e ministra degli Esteri ad interim, María Nela Prada, e dal viceministro degli Esteri, Freddy Mamani, si comunica che è stato disposto l’invio di aiuti umanitari alle vittime del conflitto”. Ieri il presidente boliviano Luis Arce ha incontrato l’ambasciatore della Palestina, Mahmoud Elalwani, occasione in cui, riferisce l’agenzia di stampa statale Abi, “ha fatto conoscere la sua condanna di quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza contro il popolo palestinese”.

Il direttore dell’ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Craig Mokhiber, si è dimesso accusando le agenzie delle Nazioni Unite di non aver agito per “prevenire il genocidio” della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Mokhiber ha confermato a Europa Press di aver inviato una lettera all’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Turk in cui ha spiegato: “Ancora una volta stiamo assistendo a un genocidio che si sta svolgendo sotto i nostri occhi e l’organizzazione che serviamo sembra impotente a fermarlo”. Le Nazioni Unite – prosegue – non sono riuscite a prevenire i precedenti genocidi contro i Tutsi in Ruanda, i musulmani in Bosnia, gli yazidi in Yemen e i Rohingya a Myanmar: “Alto Commissario, stiamo fallendo di nuovo”.

ORE 22.00

Medici Senza Frontiere ha condannato con forza l’attacco israeliano al campo profughi di Jabaliya. “Dopo l’attacco, molti feriti sono arrivati all’ospedale di Al Shifa, dove le nostre équipe hanno contribuito a fornire cure di emergenza”, ha raccontato l’organizzazione. “Bambini piccoli sono arrivati in ospedale con ferite profonde e gravi ustioni. Sono venuti senza le loro famiglie. Molti urlavano e chiedevano dei loro genitori. Sono rimasto con loro fino a quando non siamo riusciti a trovare un posto, perché l’ospedale era pieno di pazienti”, ha detto Mohammed Hawajreh, un infermiere di MSF, ad Haaretz.

“La Francia ha appreso con tristezza della morte di due bambini di nazionalità francese che si trovavano nel nord della Striscia di Gaza insieme alla madre francese, rimasta ferita insieme al suo terzo figlio”. È quanto si legge in un comunicato stampa del ministero dell’Europa e degli Affari esteri di Parigi.

ORE 19.10

Gli Stati Uniti hanno inviato altri 300 militari nelle loro basi in Medio Oriente, dopo averne già inviati 900 nei giorni scorsi. Lo afferma il portavoce del Pentagono Pat Ryder, sottolineando che le truppe non andranno in Israele.

“Nei prossimi giorni rilasceremo un certo numero di stranieri in linea con il nostro desiderio di non trattenerli a Gaza”. Lo annuncia il portavoce di Hamas, Abu Obeida, attraverso i canali Telegram dell’organizzazione.

Secondo i comandi militari israeliani, negli edifici del campo profughi di Jabaliya distrutti dai bombardamenti dei caccia di Tel Aviv si nascondevano decine di miliziani di Hamas, compreso Ibrahim Biari, comandante del Battaglione centrale di Jabaliya.

ORE 18.40

Le immagini mostrate dai reporter dei media internazionali presenti a Gaza, da Reuters alla Afp passando per al Jazeera, mostrano diversi profondi crateri nel campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia, provocati dai bombardamenti israeliani di oggi. I crateri sarebbero stati creati dall’impatto di sei ordigni da una tonnellata ciascuno, di fabbricazione statunitense. Tutt’attorno la devastazione, le macerie e i soccorritori ancora al lavoro. Nel campo, il più grande degli otto di Gaza, l’Onu stimava fino allo scorso anno la presenza di oltre 116mila persone. L’insediamento nell’area è iniziato sin dal 1948, con la provenienza di decine di migliaia di profughi cacciati dagli israeliani. Il campo misura circa 1,4 chilometri quadrati.

ORE 18.00

Un bombardamento sul campo profughi di al-Shati ha causato la morte di 10 persone e decine di feriti, riferiscono le autorità sanitarie della Striscia di Gaza.

ORE 17.30

Una nuova indagine della sezione britannica di Amnesty International afferma che “l’esercito israeliano ha utilizzato in maniera indiscriminata armi al fosforo in un attacco a Dharya, nel sud del Libano, il 16 ottobre.

Un bombardamento aereo israeliano ha ucciso almeno 15 persone nel campo profughi di Nuseirat, nella zona centrale di Gaza, dove sono stati colpiti due edifici residenziali.

L’Esercito israeliano ha informato della morte, durante i combattimenti a Gaza, di due soldati.

Almeno 67 dipendenti dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. A renderlo noto è stata la stessa agenzia, confermando inoltre il ferimento di 22 dipendenti. L’agenzia ha denunciato attacchi alle proprie strutture praticamente dall’inizio dei bombardamenti israeliani: in totale, 44 strutture dell’Unrwa sono state danneggiate, comprese le scuole.

ORE 17.00

Il ministero della Sanità di Gaza ha aggiornato il bilancio del raid israeliano sul campo profughi di Jabaliya nella Striscia, affermando che finora sono stati recuperati più di 50 cadaveri e circa 150 feriti. Dozzine di persone però si troverebbero sotto le macerie degli edifici sbriciolati dai bombardamenti. Testimoni sul posto riferiscono che i caccia israeliani hanno realizzato una “cintura di fuoco”, ossia un bombardamento serrato lungo un’intera striscia di edifici, “facendone crollare almeno una ventina”.

Quattro persone sono rimaste ferite in due distinte esplosioni provocate da razzi lanciati da Gaza contro la città costiera israeliana di Ashdod.

JABALIYA

ORE. 16.30

I palestinesi riferiscono di altre decine di morti in un bombardamento aereo in Nuseirat e nel distretto di Khan Yunis.

ORE 15.35

STRAGE A JABALIYA


Il direttore della protezione civile di Gaza riferisce che il campo profughi di Jabaliya è stato “completamente distrutto” dai bombardamenti israeliani. I testimoni parlano di almeno 100 morti. “Questi edifici ospitano centinaia di cittadini. L’aeronautica d’occupazione ha distrutto questo quartiere con sei bombe di fabbricazione statunitense. È l’ultimo massacro causato dall’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza”, ha detto Ahmad al-Kahlout ai giornalisti fuori da un ospedale di Khan Younis.

ORE 15.15 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha condannato i bombardamenti israeliani nei pressi del principale centro oncologico di Gaza. “Non sottolineeremo mai abbastanza l’importanza di proteggere l’assistenza sanitaria a Gaza”, ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “I malati di cancro sono già fragili ed è imperativo fare tutto il possibile per garantire che ricevano le cure di cui hanno bisogno”, ha osservato.

Siti web e i sistemi operativi della Tv satellitare Al Jazeera stanno subendo “tentativi di hackeraggio elettronico volti a interrompere i sistemi di pubblicazione e trasmissione in concomitanza con la nostra copertura della guerra a Gaza”. E’ la denuncia del network televisivo con sede a Doha accusando in un modo implicito all’intelligence israeliana. “La maggior parte degli attacchi sono stati lanciati da indirizzi digitali appartenenti a un’entità coinvolta nel conflitto in corso e alcuni di essi hanno utilizzato tecniche per nascondere la loro vera origine” recita il comunicato. Il governo israeliano aveva approvato qualche giorno fa le norme di emergenza che consentono la chiusura degli uffici della televisione Al Jazeera in Israele accusata dal Mossad di “danneggiare le attività dell’Esercito israeliano esponendo in pericolo le forze coinvolte nella guerra contro Hamas”.

Le forze militari di Israele “cercano di separare il nord della Striscia di Gaza dal sud”. Lo ha detto alla tv satellitare al-Jazeera Iyad al-Bazum, portavoce del ministero dell’Interno di Gaza

ORE 13.10

Le autorità israeliane hanno riconosciuto l’esistenza di un piano dell’intelligence per deportare tutti i residenti della Striscia di Gaza – 2 milioni e duecentomila persone circa- nella contigua penisola del Sinai, un territorio desertico dell’Egitto. Lo riferisce l’agenzia Associated Press, sottolineando che l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha minimizzato la portata del piano sostenendo che è solo “un’ipotesi di studio”. Il governo egiziano ha più volte ribadito che è completamente contrario a un piano che era già trapelato nelle scorse settimane. Sabato scorso il presidente egiziano al-Sisi ha ribadito la propria contrarietà a “qualsiasi tentativo di liquidare la questione palestinese con mezzi militari o attraverso lo sfollamento forzato dei palestinesi dalla loro terra, che avverrebbe a spese dei Paesi della regione”.

“Una coalizione internazionale per assumere la responsabilità di garantire la sicurezza nella Striscia di Gaza dopo la guerra”. È la proposta contenuta in un documento dell’Unione Europea, secondo la Tv Al-Arabiya.

ORE 12.45

Il bilancio delle vittime dei bombardamenti israeliani a Gaza è salito a 8.525 morti, inclusi 3.542 bambini. Lo riferiscono le fonti sanitarie del territorio palestinese.

L’esercito israeliano ha affermato che dall’area del Mar Rosso è stato lanciato un missile contro Israele che è stato intercettato dal sistema di contraerea.

ORE 11.30

Il quotidiano israeliano Haaretz rende noto che l’esercito israeliano ha arrestato 38 palestinesi in Cisgiordania, tra cui 8 presunti membri di Hamas, incluso un presunto dirigente dell’organizzazione. Secondo l’esercito i militari hanno confiscato armi e nella città di Qabatiya, a sud di Jenin, sarebbero stati attaccati con esplosivi. L’esercito è entrato in azione anche nei campi profughi di Betlemme, dove sono scoppiati scontri con gli abitanti che avrebbero lanciato bottiglie incendiarie contro le jeep militari.

I ribelli Houthi dello Yemen hanno lanciato droni verso Israele come rappresaglia per i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Lo ha detto all’Afp un dirigente del movimento sciita. “Questi droni appartengono allo stato dello Yemen”, ha detto Abdelaziz bin Habtour, primo ministro del governo Houthi, quando gli è stato chiesto dei droni lanciati verso Eilat, nel sud di Israele.

ORE 11.10

Un palestinese di 70 anni, Rawhi Rashid Sawafta, è stato ucciso dalle forze di occupazione israeliane nel villaggio di Tubas, nella Cisgiordania settentrionale. Gli scontri sono iniziati, spiega l’agenzia di stampa Wafa, quando militari israeliani in borghese hanno circondato un’abitazione. Altri sette palestinesi sono stati feriti.
Fonti mediche palestinesi hanno poi reso noto che un adolescente di 14 anni, Mohammad Abdul Qadir Al-Kharaz (nella foto) è morto a causa delle ferite riportate ieri durante l’assalto delle forze israeliane al villaggio di Zawata, a ovest di Nablus. Sale così a 124 il numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre dai militari di Israele e dai coloni.

Sono diventati 64 i dipendenti dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, che sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dai bombardamenti israeliani. Lo denuncia Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, dicendo che la Striscia di Gaza è diventata ”disumanizzata” e che il cessate il fuoco è una questione di vita o di morte. Lazzarini ha quindi accusato Israele di aver messo in atto una ”punizione collettiva” della popolazione della Striscia di Gaza, costringendola a trasferirsi al sud dell’enclave palestinese, che comunque è stata ripetutamente bombardata negli ultimi giorni.

Le sirene di allarme hanno suonato anche questa mattina nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia di Gaza. Nel corso dell’ultimo attacco una casa nel kibbutz Nirim è stata centrata: non si segnalano vittime.

ORE 10.40

Il deputato del Partito Conservatore britannico Paul Bristow è stato destituito dal suo incarico presso il Ministero della Scienza, dell’Innovazione e della Tecnologia per aver espresso pubblicamente la necessità di un cessate il fuoco a Gaza.

Il senatore democratico statunitense Bernie Sanders ha chiesto alle autorità israeliane di non impiegare i fondi provenienti dalle tasche dei contribuenti statunitensi concessi a Tel Aviv da Washington “per ammazzare migliaia di civili innocenti a Gaza”.

Dal 7 ottobre in Israele sono state registrate 174.453 richieste di licenze per il possesso di armi da fuoco. Secondo Ynetnews il ministero della Sicurezza nazionale ha dichiarato che le autorità ricevono una media di 10.000 nuove richieste ogni giorno, mentre prima del 7 ottobre il numero si aggirava intorno alle 850 a settimana.

ORE 10.00

La direttrice esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), Catherine Russell, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza dell’Onu che a Gaza l’acqua dolce e pulita è praticamente esaurita. “C’è solo un impianto di desalinizzazione in funzione e solo al 5% della capacità, mentre tutti e sei gli impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza sono ora non operativi a causa della mancanza di carburante o energia elettrica”, ha spiegato Russell. “La mancanza di acqua pulita e di servizi igienico-sanitari sicuri è sul punto di diventare una catastrofe”, ha sottolineato avvertendo che “a meno che l’accesso all’acqua pulita non venga ripristinato urgentemente, sempre più civili, compresi i bambini, si ammaleranno o moriranno di disidratazione o di malattie”.

Questa mattina in una dichiarazione il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha “energicamente” condannato la violenza dei coloni israeliani contro la popolazione civile palestinese in Cisgiordania.

Ieri sera alcuni coloni israeliani hanno appiccato il fuoco a una casa in un villaggio della Cisgiordania nella zona di Masafer Yatta. Uno degli abitanti del villaggio ha detto al quotidiano israeliano Haaretz che un gruppo di persone è entrato nel villaggio a sud di Hebron, ha dato fuoco all’abitazione ed è scappato. In un altro episodio nella stessa zona, alcuni coloni sarebbero arrivati nel villaggio di Tuba lanciando pietre contro la gente del posto per poi andare via.

ORE 9.30 

L’esercito di Tel Aviv ha nuovamente aggiornato il numero degli ostaggi israeliani e stranieri che si trovano nella Striscia di Gaza a seguito dell’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre nel sud di Israele, fissandolo a 240.

Sono diventati 31 i giornalisti uccisi dal 7 ottobre. Lo denuncia il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj) secondo cui tra le vittime si contano 26 palestinesi, quattro israeliani e un libanese.

Il Pentagono informa che sta inviando armi a Israele praticamente ogni giorno. Lo ha detto ieri sera ai giornalisti la vice addetta stampa del Dipartimento della Difesa americano Sabrina Singh. Nonostante il numero crescente di vittime civili “non stiamo ponendo alcun limite al modo in cui Israele usa le armi”, ha detto la Singh. “Spetta davvero solo alle forze di difesa israeliane usarle e decidere come condurranno le loro operazioni”.

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

di Redazione

Pagine Esteri, 31 ottobre 2023 – L’operazione militare di terra delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza prosegue e si allarga gradualmente, impegnando un numero sempre maggiore di truppe e di unità corazzate, mentre dal cielo continuano a piovere missili e bombe su un territorio ormai devastato. Dal 7 ottobre 8.306 palestinesi sono stati uccisi, tra cui 3.457 bambini.

Israele sembra stia concentrando i bombardamenti attorno e sugli ospedali, per convincere la popolazione palestinese che ancora resiste nel centro e nel nord di Gaza ad evacuare verso sud, lasciando così campo libero alle truppe (e per creare una “fascia di sicurezza” svuotata della popolazione palestinese, affermano varie fonti dello stesso establishment israeliano). Resta sotto tiro l’area intorno all’ospedale Al Quds, situato in una delle zone più martoriate, Tell al Hawa (Gaza city), che ospita al momento 4.000 pazienti e 14.000 sfollati. Danneggiato da una bomba anche l’ospedale oncologico turco, mentre nuove intimazioni ad evacuare sono state rivolte allo Shifa Hospital, il più grande della Striscia.

Circa 50 persone tra cui molti bambini sono state uccise stanotte da nuovi raid aerei dell’esercito di Israele. Nella città meridionale di Rafah almeno 27 persone sono morte in due diversi attacchi contro edifici residenziali. Altre 18 persone hanno perso la vita in un bombardamento sulla zona di Al Zawaida e sette nel quartiere di Al Zaytoun. Tre persone tra cui un bimbo di 6 anni sono state uccise in un altro raid nella parte settentrionale della Striscia. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, il numero delle vittime è destinato ad aumentare e diverse persone sono ancora intrappolate tra le macerie degli edifici bombardati.

«C’è un tempo per la pace e uno per la guerra: questo è il tempo della guerra» ha detto ieri il primo ministro dello “stato ebraico”, Benjamin Netanyahu che utilizzando toni da “guerra di civiltà” ieri ha annunciato la “terza fase” delle operazioni militari per “mettere fine ad Hamas”, escludendo ogni possibilità di cessate il fuoco anche solo temporaneo per fini umanitari. Le richieste di cessate il fuoco, ha affermato, «sono un invito rivolto a Israele ad arrendersi a Hamas, ad arrendersi al terrorismo, ad arrendersi alla barbarie. Questo non accadrà».

Già ieri le truppe israeliane hanno attaccato e occupato alcune porzioni di Gaza City e di altre aree centrali della Striscia, con l’intento di tagliare in due l’enclave palestinese assediata e bombardata ormai da più di 3 settimane.

Le truppe israeliane rivendicano la distruzione di circa 300 obiettivi nel corso della notte. Secondo il portavoce militare di Tel Aviv, Jonathan Conricus, l’esercito israeliano sta «colpendo in tutte le parti”». Grazie alle informazioni fornite dai servizi segreti giordani e dallo Shin Bet, ieri sera un raid aereo avrebbe ucciso il comandante del battaglione Beit Lahia delle Brigate Ezzedine al-Qassam, Nasim Abu Ajina, che il 7 ottobre avrebbe guidato l’assalto al kibbutz di Erez.

Da parte sua il braccio militare di Hamas ha rivendicato il bombardamento delle forze di fanteria israeliane vicino a Kerem Shalom, nel sud della Striscia.

Più a nord proseguono e sembrano intensificarsi gli scambi tra le forze armate israeliane e le milizie di Hezbollah. Queste ultime hanno continuato anche durante la notte a bersagliare le postazioni israeliane e Tel Aviv ha fatto lo stesso con quelle del movimento sciita libanese.

A sud invece le autorità israeliane hanno denunciato l’intrusione nello spazio aereo di un drone nell’area di Eilat, sul Mar Rosso. – Pagine Esteri