di Redazione
Pagine Esteri, 23 novembre 2023 – Il finora principale partito di opposizione greco, Syriza, continua a perdere militanti e dirigenti che accusano la nuova leadership di “comportamento autoritario” e di snaturare la formazione.
Oggi nove parlamentari aderenti alla corrente denominata “6+6”, tra cui alcuni ex ministri e dirigenti del partito, hanno annunciato l’abbandono di Syriza che rimane così con soli 36 parlamentari sui 300 totali, appena quattro in più rispetto al terzo partito, il socialista Pasok.
La “coalizione della sinistra radicale” sembrava aver retto bene alla gestione della crisi del 2015 quando, giunta al potere con la promessa di mettere fine all’austerità e di respingere i piani “lacrime e sangue” della Troika, aveva invece capitolato ai diktat di Bruxelles e delle istituzioni finanziarie internazionali nonostante la vittoria del ‘no’ nel referendum convocato dal premier Tsipras per respingere il Terzo Memorandum, cioè l’elenco di tagli e privatizzazioni imposto dall’UE e dal FMI in cambio di nuovi prestiti.
Ma la crisi di fiducia nel partito è arrivata con alcuni anni di ritardo quando, alle ultime doppie elezioni della scorsa primavera, Syriza ha perso una quota molto consistente di consensi, attirati a destra dai presunti ottimi risultati economici del premier di Nea Dimokratia, Kiriakos Mitsotakis, verso sinistra a beneficio di alcune formazioni più o meno radicali e dissidenti, e verso l’astensionismo e la disillusione.
La schiacciante sconfitta elettorale di giugno ha portato alle dimissioni di Alexis Tsipras dopo 15 anni alla guida del partito e all’elezione, a sorpresa, di Stefanos Kasselakis, figlio di armatori, poi funzionario della banca d’affari Goldman Sachs e infine armatore egli stesso. Catapultato alla leadership di Syriza da primarie condizionate dai media conservatori greci, “l’americano” Kasselakis ha promesso di trasformare il partito in una formazione liberal ed ha escluso la vecchia guardia dalla gestione.
La nuova impronta imposta da Kasselakis alla formazione, oltretutto, non ha oltretutto convinto l’elettorato, con i sondaggi che danno Syriza addirittura al terzo posto alla pari col Partito Comunista (KKE).
«Stefanos Kasselakis è stato eletto democraticamente, ma procede in modo non democratico» hanno dichiarato in un comunicato i deputati fuoriusciti insieme ad altri 48 membri del partito. «Smantella Syriza e lo trasforma in un partito amorfo, e manifesta un mix di opinioni e messaggi contraddittori e superficiali» hanno aggiunto.
Intervenendo recentemente ad una conferenza degli industriali greci, il 35enne uomo d’affari ha assicurato che Syriza non “demonizzerà” più il capitale privato, definendo il capitale «uno strumento di prosperità».
L’esodo di massa è iniziato il 12 novembre, quando la fazione più a sinistra (sopravvissuta alla fuoriuscita delle correnti radicali e marxiste che hanno abbandonato Syriza già nel 2015 per formare tre diverse formazioni) chiamata “Umbrella”, guidata dall’ex ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, ha annunciato che si sarebbe staccata, accusando Kasselakis di «pratiche trumpiane, populismo di destra, fanatismo e odio per il percorso storico della sinistra». Ieri, poi, altri 90 militanti e dirigenti intermedi avevano annunciato la loro fuoriuscita dalla formazione.
I fuoriusciti di “Umbrella”, tra cui due deputati, hanno espresso l’intenzione di ricongiungersi ad altri gruppi che hanno abbandonato Syriza in passato per formare un nuovo partito della sinistra radicale che recuperi i valori e le proposte politiche proprie del partito prima dell’avvento di Kasselakis.
I deputati già fuoriusciti e quelli che oggi hanno annunciato l’abbandono – 11 in totale – hanno i numeri per formare un nuovo gruppo parlamentare guidato dall’ex ministro dell’Economia e degli Interni Alexis Charitsis e forse un partito di stampo socialdemocratico ed ecologista pronto a competere alle prossime elezioni europee.
Tra loro c’è anche l’ex ministra del Lavoro Effie Achtsioglu che aveva sfidato Kasselakis alle primarie di settembre.
Anche il vicepresidente di Syriza, Dimitrios Papadimoulis, ha annunciato oggi il suo abbandono, diventando il terzo eurodeputato a dimettersi da quando è stato eletto Kasselakis.
In un comunicato i protagonisti della scissione affermano che «La Grecia è a un punto critico… l’estrema destra e le percezioni reazionarie stanno guadagnando terreno… Di fronte a questo sviluppo, le forze dell’opposizione progressista appaiono distanti dalle ansie e dai problemi dei cittadini». «Manca un progetto politico e sociale moderno che ci convinca, non retoricamente, ma nei fatti, che possiamo sconfiggere il dominio della destra» si legge nella dichiarazione, secondo la quale «milioni di greci» attendono un partito di sinistra che possa produrre soluzioni progressiste ai problemi del paese mentre «SYRIZA sta sprofondando nel discredito». Pagine Esteri