di Redazione

Pagine Esteri, 27 settembre 2023 – «Oggi nasce il nuovo partito democratico che cambierà la Grecia». Questa è la promessa contenuta nel discorso tenuto dall’imprenditore greco Stefanos Kasselakis dopo la vittoria alle primarie del principale partito della sinistra ellenica.

Kasselakis ha vinto con il 56,6% la sfida contro l’ex ministra del Lavoro Effie Achtsioglou, data inizialmente per favorita, al ballottaggio tenutosi domenica scorsa, che ha visto la partecipazione di 133.261 iscritti al partito.
Il congresso, con relative votazioni per l’elezione del nuovo leader del partito, si è reso necessario dopo le dimissioni del leader storico Alexis Tsipras dopo la disfatta di Syriza alle legislative del 25 giugno, tenutesi dopo quelle del 21 maggio che avevano già visto la netta vittoria del partito di destra Nuova Democrazia ma senza il raggiungimento della maggioranza assoluta.
Il “secondo turno” ha visto la vittoria del premier uscente Mitsotakis con il 40,56% dei consensi, mentre l’opposizione di sinistra guidata da Tsipras è crollata al 17,83%.

Ora una parte della base e della militanza è sconcertata dalla vittoria di un outsider che poco sembra avere in comune con l’identità politica del partito di sinistra. Lui stesso ha spiegato sui social:

«Dal 2012 avevo sviluppato un ottimo rapporto con Kyriakos Mitsotakis quando era deputato, poi ministro del governo e infine capo del partito Nuova Democrazia. Ho scritto un endorsement per lui sul National Herald mentre era in lizza per la leadership del partito. Avevo – e ho tuttora – molto rispetto per la sua persona».

L’interesse per Syriza si è sviluppato, per sua stessa ammissione, solo a partire dal 2022. Finora Kasselakis, 35 anni, non ha mai avuto incarichi politici all’interno della formazione e fino a un mese fa era un perfetto sconosciuto. Si era infatti candidato nelle liste di Syriza alle ultime elezioni ma non era stato eletto.

Nato ad Atene ed appartenente ad una famiglia di ricchi armatori, Stefanos Kasselakis si era trasferito a 14 anni negli Stati Uniti per poi laurearsi in Economia presso l’Università della Pennsylvania. In seguito ha lavorato per 5 anni come trader per la banca d’affari Goldman Sachs, e poi ha acquisito un’impresa marittima, la SwiftBunk, che gestiva 3 navi cargo e due petroliere. Nel 2008 ha lavorato come volontario sostenendo la candidatura di Joe Biden alle primarie del Partito Democratico degli Stati Uniti.

Poi la decisione di vendere l’azienda e di tornare in Grecia, per annunciare il 28 agosto la sua candidatura alla leadership del partito scosso dalla cocente sconfitta elettorale e da uno spostamento al centro della vecchia segreteria che l’imprenditore promette di rafforzare.

Una parte del partito accusa il nuovo leader di essere stato sostenuto dalla destra, che spera ora di liquidare il maggior partito di opposizione, e dal sistema mediatico che ha dato a Kasselakis una forte spinta all’interno dell’opinione pubblica progressista, influendo sull’orientamento di molti iscritti che hanno votato al ballottaggio ma non al turno precedente. Molti degli iscritti infatti hanno aderito a Syriza a ridosso del congresso proprio per poter indicare Kasselakis.

L’imprenditore ha basato la sua campagna su una proposta “liberal” fondata su un programma di modernizzazione e di razionalizzazione della società greca che però soffre sempre più le bordate liberiste ed autoritarie della destra al potere. In un intervento pubblicato sul quotidiano Ekathimerini, Kasselakis ha spiegato che «se l’intenzione è quella di tornare a governare è necessaria una profonda autocritica all’interno del partito. Syriza dovrebbe copiare al più presto la formula statunitense. Abbracciare inequivocabilmente anche il centro politico, chiarire che una gestione fiscale prudente non è negoziabile e mettere in mostra il talento manageriale del suo futuro gabinetto».

Tra i suoi impegni, c’è quello di abolire il servizio militare obbligatorio, aumentare la spesa pubblica per l’istruzione e affermare la separazione tra Stato e Chiesa. Oltretutto alle ultime elezioni nel nuovo parlamento sono entrate ben 3 formazioni di destra radicale ed estrema destra.

Alcuni esponenti della residua minoranza di sinistra di Syriza accostano la figura e la scalata di Kasselakis a quella di Matteo Renzi e promettono battaglia. Ma la sua vittoria al ballottaggio è dovuta anche all’appoggio ricevuto da uno dei candidati esclusi dalla corsa dopo il primo turno, l’ex ministro Nikos Pappas, uno dei più stretti collaboratori di Tsipras. Lo stesso Tsipras ha rifiutato gli inviti, provenienti da militanti e dirigenti, a invitare gli iscritti a far convergere i voti su Effie Achtsioglou. – Pagine Esteri