(Traduzione a cura di Federica Riccardi)

https://insaniyyat.org/voices-from-gaza

Insaniyyat, Society of Palestinian Anthropologists

Dall’inizio della guerra israeliana contro la popolazione di Gaza, familiari e amici, compresi i membri della nostra comunità Insaniyyat, hanno cercato con ansia di avere notizie dei propri cari in tutta Gaza. Di seguito sono riportate le trascrizioni di messaggi di testo personali, note vocali e post sui social media che gli amici e i cari di Gaza sono riusciti a inviare in risposta; messaggi intermittenti composti nel bel mezzo dei bombardamenti e della distruzione, mentre erano sopraffatti dalle notizie di continue morti, anche di amici e parenti, senza elettricità, cibo, acqua, rifugio sicuro e speranza.

“R” Fotografo, Gaza City

 

R è un fotografo e padre devoto di due figlie di 2 e 6 anni. Uno dei suoi recenti progetti ha celebrato la vita e le conquiste delle persone di Gaza che hanno perso gli arti durante le guerre precedenti; le sue fotografie ritraggono il modo in cui continuano a vivere una vita piena nonostante le amputazioni. Fa parte di una rete regionale di fotografi documentaristi e lavora come freelance per agenzie di stampa locali e internazionali. Vive a Gaza City, ma è stato costretto a mandare sua moglie e le sue figlie, e poi suo padre e sua madre, sua sorella con la famiglia a Deir al-Balah, dove vive la famiglia di sua moglie. Poi, anche lui è dovuto fuggire da Gaza. La sua casa, quella dei suoi genitori e quella di sua sorella a Gaza sono state tutte bombardate. È ancora a Deir al-Balah, dai suoceri, insieme ad altri 30 membri della famiglia.

R ha inviato i seguenti messaggi ad un amico tra il 13 ottobre e il 12 novembre

Venerdì 13 ottobre (mattina)
[da Gaza City]
Ho già mandato le bambine [di 2 e 6 anni], la loro madre e i miei genitori dalla famiglia di mia moglie a Deir al-Balah.
Sto bene, ma la situazione è molto difficile. I massacri avvengono ovunque.
Non ci sono auto. Sto pensando di farmi 20 chilometri a piedi per andare dalle ragazze [a Deir al-Balah].

Venerdì 13 ottobre (sera)
[da Deir Balah]
La gente sta ancora lasciando Gaza [City], e ci sono persone che non possono lasciare le loro case, ma la città è quasi vuota ora. Ogni volta che cerco di comunicare con qualcuno all’interno di Gaza, mi dice che è una città fantasma.

Cerco di fotografare quello che posso.
Ho provato a chiamare Samar [un amico comune] ma non c’è linea. Non so se sono lì [Gaza City] o se sono andati via.

Ho comprato del cibo in scatola, una scatola di formaggio, biscotti e sardine.
Sono uscito sotto i bombardamenti e ho trovato cibo in scatola, biscotti, acqua, za’atar, dukkah e formaggio.
Qui c’è una palma, così ogni tanto raccolgo qualche dattero e mangio un frutto fresco.
Mangio poco per non dover andare in bagno.

La notte e le sue preoccupazioni sono iniziate.
Oh Dio, ti prego, salvaci da ciò che sta per accadere.
Vado da mia figlia maggiore e poi torno. Piange per la paura, perché hanno ricominciato a bombardare.

A mezzanotte tutti i servizi di telecomunicazione e internet potrebbero essere interrotti in tutta la Striscia di Gaza. Se perdi i contatti con noi, sappi che stiamo bene, e non importa quali immagini vedrai in TV, noi staremo bene, e io farò tutto il possibile per tenere al sicuro le mie figlie e l’impossibile per proteggerle.

Che mondo ingiusto è questo.
Vorrei non conoscere così tante persone a Gaza.
Ho perso molte persone. Ogni volta che chiedo di qualcuno, mi dicono che è stato martirizzato o che è disperso.

Mia figlia più grande, che ha quasi 7 anni, capisce già tutto.

Sabato 14 ottobre
Buongiorno, è stata una notte molto difficile ma è passata.

Sto scattando alcune foto, ma tutti sono nervosi, le bambine piangono in continuazione e io sono impegnato a prendermi cura di loro.
Tutti aspettano l’invasione. Ci sono ancora persone all’interno di Gaza [City] che non sono riuscite a uscire ieri.
Oggi hanno dato una finestra di quattro ore per le persone che vogliono andarsene.

Domenica 15 ottobre (mattina)
Per la maggior parte del tempo non c’è internet né batteria.
Ci sono attacchi dappertutto, ma non sappiamo nemmeno dove, perché non c’è modo di sapere dove sono i bombardamenti.
Negli ospedali non ci sono abbastanza medicine, non ci sono infermieri né medici e il sistema sanitario è completamente collassato.
La rete di comunicazione è pessima, noi stiamo bene.

Dio, facci uscire indenni da questa situazione.

Domenica 15 ottobre (sera)
Sembra che la casa della mia famiglia sia stata colpita qualche tempo fa – qualcuno me l’ha detto solo ora. Ci sono così tanti ricordi lì

Non sono triste per le pietre, la costruiremo di nuovo.

Ieri ho detto a mia figlia: “Voglio portarti in Egitto”. E lei ha risposto: “A trovare Rula?” [un’amica di famiglia].

Lunedì 16 ottobre
Oggi ho messo il mondo sottosopra alla ricerca di sonniferi e non ne ho trovati

Da stamattina non abbiamo più acqua, a parte qualche cassa d’acqua in bottiglia per bere. Il mare è vicino, ma è troppo rischioso andarci: tutta la costa è piena di navi da guerra.
Forse, se piove, possiamo raccogliere l’acqua nelle pentole.

Martedì 17 ottobre
Non c’è più acqua in nessuno dei serbatoi e non ce n’è in tutta la Striscia di Gaza. Ci è rimasta solo una cassa d’acqua che vogliamo conservare per i bambini.

Mercoledì 18 ottobre
Cercherò di uscire in sicurezza. Ancora una volta, prega per me affinché riesca a prendere le cose e a tornare sano e salvo.

Sto bene, ho trovato due casse d’acqua grazie a Dio. Ci sono stati un sacco di bombardamenti, ma sono andato al mercato e ho comprato delle arance per le mie figlie.

Sabato 4 novembre (mattina)
Siamo riusciti a comprare un sacco di farina
Tra poco usciremo e cercheremo di prendere dell’acqua.
Questa è farina rubata
Se ci prendono, ci rinchiudono tutti.
Hahahahaa
L’abbiamo pagata all’intermediario, al venditore e, naturalmente, a chi l’ha saccheggiata.
Un processo molto complicato.
Le trattative sono state intense.

La mia razione d’acqua è ora di 200 millilitri al giorno.

Esco di nuovo sotto ai bombardamenti, devo trovare dell’acqua. Andrò nello stesso posto dove l’ho presa prima. Prega che la trovi e che torni sano e salvo dal giro.
Se potessi sentire come bombardano Gaza, i missili, la terra trema per i bombardamenti.

Sabato 4 novembre (sera)
Ogni giorno raccogliamo delle olive dall’albero, le schiacciamo, ci mettiamo sopra il sale e il giorno dopo le mangiamo così…
È il momento della raccolta delle olive, ma le mangiamo così perché le olive vanno a male. Dovremmo raccoglierle e spremerle per ottenere l’olio, ma non ci sono frantoi in funzione.
Mamma e papà ti salutano
La mamma dice che la prossima volta che verrai vuole cucinarti un buon piatto.

Domenica 5 novembre (sera)
Buongiorno, grazie a Dio, stiamo ancora bene.
Voglio che chiami un medico per me
Ho bisogno di un sedativo per bambini
Mia figlia è sopraffatta dalla paura, si lamenta dei dolori alle gambe e allo stomaco e si comporta come una persona disorientata e confusa

Domenica 5 novembre (notte)
Oggi sono riuscito a bere un litro d’acqua.
Ho mangiato un po’ di datteri e za’atar.

Lunedì 6 novembre
Giuro che è stata una notte difficile.
C’erano un sacco di bombe e i bambini piangevano tutti seduti in mezzo alla casa.
Non ho trovato nessuna delle medicine di cui hai scritto [suggerite dal medico].
Ma useremo una medicina alternativa e le massaggeremo i muscoli con dell’olio d’oliva.

Tra un po’ devo uscire per cercare una nuova fonte d’acqua, ma aspetto che i bombardamenti si calmino. Ci sono stati bombardamenti vicino alla fonte d’acqua da cui ci siamo riforniti e ho paura a camminare nelle zone agricole.

Martedì 7 novembre (sera)

Ho fatto un bagno. Ho scaldato l’acqua salata sul fuoco. Non c’era acqua fredda disponibile, così ho fatto un bagno vero Hahahaha

Oggi c’è stato un massacro vicino a noi….

Abbiamo persino smesso di sentire il rumore dei missili che cadono. Sentiamo solo le esplosioni improvvise.

Sì, hanno bombardato un quartiere con un solo colpo…

Martedì 7 novembre (notte fonda)
Ho pregato, ho preso le mie figlie in braccio e mi sono sdraiato accanto a loro. Mi sentivo stanco morto: il mio cervello era addormentato, ma i miei occhi erano ancora aperti.

Mercoledì 8 novembre
Sono a un chilometro dall’ospedale Al-Shifa
e ci sono combattimenti per le strade di Gaza

Giovedì 9 novembre (mattina)
Ho dormito per 4 ore, un sonno interrotto ma buono.

Ci sono bombardamenti sulla strada [di Gaza City] che usiamo per arrivare a casa nostra, si chiama Al-Baraka Street.
Hanno detto qualcosa al telegiornale?

Giovedì 9 novembre (notte)
Quali notizie ci sono, a parte una pausa di 4 ore al giorno per il corridoio umanitario, in modo che la gente possa lasciare Gaza [City]?

Venerdì 10 novembre
Cosa scrivono le notizie sull’ospedale Al-Shifa e su ciò che sta accadendo lì intorno?
La rete è pessima, ma noi stiamo bene.

Uno dei miei cugini è riuscito a fuggire oggi [da Gaza City], ma il resto della sua famiglia è morto o non può uscire. Sua madre è paralizzata e lui è l’unico figlio. Lei gli ha detto di prendere i suoi figli e di fuggire. Non poteva trasportare sua madre

Sabato 12 novembre

Buonasera, come stai? Noi stiamo bene, grazie a Dio. È dalla mattina che cerco acqua e qualsiasi cosa da comprare. Sono riuscito a tornare solo poco fa, le strade erano terrificanti e non c’era praticamente nulla da comprare e quello che c’era era raddoppiato di prezzo.

Grazie a Dio, siamo riusciti a procurarci acqua, farina, una scatola di Prill [pastiglie per purificare l’acqua], un pacchetto di sigarette e dei pannolini.

Oggi il mio telefono era senza batteria. Ha piovuto per 5 secondi e poi non c’era il sole, quindi non abbiamo potuto caricare la batteria con l’energia solare.

Sorseggio la stessa tazza di caffè ogni poche ore, dalla mattina alla sera. Ci è permessa solo una tazza piccola al giorno.
Mia madre ha nascosto il sacchetto del caffè insieme alle chiavi di casa. Pagine Esteri