della redazione
Pagine Esteri, 14 dicembre 2023 – Israele presenterà agli Stati Uniti un calendario in più fasi per quanto riguarda la guerra che sta conducendo nella Striscia di Gaza. Lo afferma la tv israeliana Canale 12 che ieri sera ha spiegato che i pesanti bombardamenti e le operazioni militari a Gaza andranno avanti fino a fine gennaio. Saranno poi seguiti dal “ritiro graduale della maggioranza delle forze a Gaza e dal loro dispiegamento sulle linee di difesa, continuando allo stesso tempo ad eliminare Hamas per tutto il 2024″.
La tv ha detto: “La settimana scorsa, Israele è entrato nel terzo mese di guerra e gli Stati Uniti stanno segnalando che il tempo sta per scadere. Il presidente Joe Biden ha persino inviato il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan (in arrivo oggi), in Israele per assicurarsi che il messaggio arrivi e che i piani di Israele siano coerenti con il calendario americano”.
Gli Usa inizialmente volevano che finisse tutto entro Natale (o all’inizio di gennaio), ma alla luce della situazione attuale, Israele non vede la possibilità che ciò accada e chiederà ancora qualche settimana per completare il ritiro delle forze dalle profondità di Gaza e il loro dispiegamento sulle “linee difensive”, alcune all’interno e altre all’esterno del territorio palestinese. Le stime israeliane indicano che questa fase si estenderà approssimativamente fino alla fine del 2024 e includerà la distruzione della capacità militare di Hamas attraverso operazioni specifiche e raid mirati da parte delle forze dell’esercito di occupazione israeliano. Canale 12 ha sottolineato che “Israele si sta muovendo per mantenere il controllo della sicurezza (di Gaza) nel prossimo futuro”.
La giornalista e analista politica Dana Weiss ritiene che “questo sembra essere un calendario realistico, secondo il quale sia Israele che gli Stati Uniti possono raggiungere un accordo. Gli americani comunque attribuiscono grande importanza anche all’aspetto umanitario”.
L’attacco di Israele a Gaza cominciato oltre due mesi fa ha ucciso oltre 18.500 palestinesi, distrutto decine di migliaia di case ed edifici e sfollato 1,9 dei 2,3 milioni di civili che ora vivono ammassati nel settore meridionale della Striscia.
Dana Weiss ha aggiunto che restano i disaccordi tra Tel Aviv e Washington riguardo “il giorno dopo Hamas”. Gli Stati Uniti sembrano preoccupati per la situazione dell’Autorità Palestinese e la mancanza di volontà da parte del governo Netanyahu di trasferire i fondi (ai palestinesi) e di approvare l’ingresso dei lavoratori (palestinesi) in Israele, in contrasto con la posizione dello stesso establishment israeliano della sicurezza”. Pagine Esteri