di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 20 dicembre 2023 – Gli Stati Uniti continuano a rafforzare la propria presenza militare a ridosso dei confini della Federazione Russa, presentando ovviamente la strategia come “preventiva” e “deterrente”, diretta cioè a disincentivare Mosca da un eventuale attacco che secondo molti analisti occidentali potrebbe colpire la Scandinavia e i paesi baltici. Ed è proprio in questi quadranti che si concentra l’estensione del dispiegamento militare di Washington e dell’Alleanza Atlantica più in generale.
Truppe USA in Danimarca
La Casa Bianca ha appena siglato un accordo di cooperazione con la Danimarca che consentirà alle truppe statunitensi di essere stanziate in maniera permanente in tre basi aeree del piccolo paese nordico, quelle di Karup, Skrydstrup e Aalborg. L’accordo non si applica invece alla Groenlandia e alle Isole Faroe che godono di uno status semi-indipendente rispetto a Copenaghen.
«L’accordo è una svolta importante e vale sia per periodi brevi che per periodi più lunghi», ha spiegato nel corso di una conferenza stampa la premier danese Mette Frederiksen. «In questo modo rafforziamo l’accesso degli Stati Uniti all’Europa e al Mar Baltico e contribuiamo alla difesa collettiva della Nato in Europa» ha aggiunto la leader socialdemocratica.
«Abbiamo delle motivazioni nel rafforzare la nostra sicurezza. Lo facciamo oggi con una collaborazione storica con gli Stati Uniti. (…) L’obiettivo non è solo garantire la pace in Danimarca adesso, ma anche per le generazioni che verranno dopo di noi» ha proseguito la premier.
La strategia di Washington però non si limita all’aumento della propria presenza in Danimarca. Gli Stati Uniti hanno infatti scelto tutta la regione scandinava come fulcro della loro proiezione nel Baltico a ridosso dei confini della Federazione Russa.
Nel giro di poche settimane la Casa Bianca ha quindi siglato accordi di cooperazione simili a quelli concordati con la Danimarca anche con Svezia e Finlandia per consentire il dispiegamento di truppe in quei territori.
Accordo di cooperazione con la Svezia
Il 6 dicembre gli Stati Uniti hanno firmato un accordo di cooperazione militare con la Svezia, che «rafforzerà in maniera significativa» i legami in materia di sicurezza tra i due Paesi. Per le autorità svedesi l’intesa fornisce un importante passo in attesa della ratifica del protocollo di adesione alla Nato, finora ritardato dalla Turchia che in cambio dell’ok continua a chiedere a Washington di sbloccare la vendita ad Ankara di una squadriglia di caccia F16.
Intanto, in base all’accordo, le truppe Usa avranno accesso ad alcune basi e strutture sul territorio svedese, dove potranno dispiegare in maniera permanente non solo soldati ma anche armi ed equipaggiamento militare. Il ministro della Difesa di Stoccolma, Pal Jonson ha spiegato che l’accordo esclude lo stoccaggio in territorio svedese di armi nucleari Usa anche se nel testo non si fa menzione esplicita della questione. Nello specifico, le forze Usa avranno la possibilità di impiegare 17 strutture sul territorio svedese, tra cui cinque basi aeree e un porto. Quattro delle strutture in questione sono localizzate all’interno del Circolo polare artico.
Per diversi commentatori, la base più importante dove gli Stati Uniti potranno stanziare personale e materiale sarà quella di Visby, sull’isola di Gotland, situata proprio nel mezzo del Mar Baltico il che concede a Washington la possibilità di controllare il traffico marittimo tra Mosca e l’exclave russa di Kaliningrad. L’isola di Gotland venne demilitarizzata dalla Svezia nel 2005, ma nel 2016 le autorità di Stoccolma decisero di stabilirvi una base permanente; nel 2021, poi, a Gotland sono state dispiegate alcune batterie di missili terra-aria a medio raggio e sull’isola sono aumentate le esercitazioni a cui partecipano vari paesi membri della Nato.
Truppe USA in Finlandia
Il 18 dicembre a Washington è stato siglato un accordo di cooperazione militare anche con la Finlandia, che condivide un confine di 1340 km con la Russia e che è entrata a far parte dell’Alleanza Atlantica nell’aprile scorso dopo decenni di neutralità.
L’intesa consentirà alle truppe di Washington di accedere a ben 15 diverse strutture finlandesi, tra cui una base navale nel sud, un’area di addestramento in Lapponia e alcuni aeroporti nelle aree interne. Il Pentagono avrà a disposizione anche l’isola di Russaro, nel Golfo di Finlandia, che ospita già una base militare finlandese e che garantirebbe agli USA un ulteriore punto di controllo sulla porzione del Baltico su cui si affaccia anche San Pietroburgo. Gli Stati Uniti avranno inoltre a disposizione un deposito vicino a una ferrovia che conduce al confine russo.
Come ha documentato nei mesi scorsi l’agenzia Reuters, la Finlandia sta attualmente migliorando la propria infrastruttura ferroviaria al confine svedese, per rendere più facile per la Nato l’invio di rinforzi e attrezzature dall’altra parte dell’Atlantico fino a Kemijarvi, a un’ora di macchina dal confine russo. Nelle ultime settimane, inoltre, alla frontiera con la Russia è già stato inviato dalla Nato un contingente di soldati polacchi.
I rapporti tra Russia e Finlandia si sono fatti particolarmente tesi negli ultimi giorni anche a causa della decisione da parte di Helsinki di chiudere tutti i valichi di frontiera con Mosca, accusata di spingere un alto numero di immigrati verso il territorio finlandese per destabilizzare il paese.
Con la Norvegia un accordo di cooperazione è stato firmato dagli Stati Uniti già nel 2021. Nel giro di pochi anni e prima dell’invasione russa dell’Ucraina, Washington ha iniziato a estendere notevolmente il raggio di azione del proprio dispositivo militare nell’Europa nord-orientale, anche per ottenere vantaggi nella corsa al controllo della regione artica dove Mosca ha già aumentato i propri presidi e dove anche la Cina potrebbe presto sbarcare.
Mosca reagisce
Il governo russo non ha gradito soprattutto l’intesa tra Washington e la Finlandia, che Mosca – ha avvisato – «non lascerà senza risposta». La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che l’intesa «minaccia la sicurezza» del Paese al punto che saranno necessarie «misure per rispondere alle decisioni aggressive della Finlandia e dei suoi alleati della Nato».
Domenica scorsa Vladimir Putin ha già annunciato la realizzazione di una nuova base militare nel nord-ovest della Russia, nella regione di San Pietroburgo, per «garantire la sicurezza del paese di fronte all’espansione dell’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti». Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.