di Redazione
Pagine Esteri, 23 febbraio 2024 – Non è solo la Turchia a rafforzare la sua presenza nel paese nordafricano. Ieri la Russia ha compiuto un importante passo nel consolidamento delle sue relazioni con la Libia riaprendo la sua ambasciata nella capitale, sette mesi dopo la presentazione delle lettere credenziali dell’ambasciatore russo, Aydar Aghanin, al Consiglio presidenziale libico, organo tripartito che svolge le funzioni di capo di Stato.
Mosca aveva da tempo avviato le procedure per il pieno ripristino della sua missione diplomatica a Tripoli, chiusa nel 2014, e rafforzato le relazioni con il Gun (Governo di Unità Nazionale), l’organo esecutivo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite. L’apertura della sede diplomatica concretizza ora l’avvicinamento tra Mosca e l’amministrazione della Libia occidentale.
Mosca ha fissato anche l’apertura entro il 2024 di un consolato generale a Bengasi, il capoluogo della Libia orientale dove la Russia mantiene già una presenza militare tramite i combattenti dell’ex gruppo Wagner, attualmente dipendenti dal ministero della Difesa russo, e alcune infrastrutture militari.
La cerimonia di apertura dell’ambasciata russa ha visto la partecipazione del ministro del Petrolio e del gas del GUN, Mohamed Aoun, e del ministro della Cultura e dello sviluppo della conoscenza, Mabrouka Toghi. Citato dal quotidiano libico “Al Wasat”, Aoun ha sottolineato che la riapertura dell’ambasciata russa a Tripoli rappresenta un “passo importante” che rafforzerà le relazioni bilaterali e promuoverà la cooperazione tra i due paesi, inviando alla comunità internazionale il “messaggio forte” che la Libia sta consolidando la sua stabilità e sicurezza.
Sempre ieri, il presidente della Camera dei rappresentanti della Libia, Aguila Saleh, ha ricevuto Saleh Attia, il responsabile del consorzio cinese Bfi, e il ministro dell’Economia del cosiddetto Governo di stabilità nazionale (Gsn) non riconosciuto dall’Onu con sede in Cirenaica, nell’est del Paese, Ali al Saidi. Il Bfi è un’alleanza tra imprese guidata dalla China Railways International Group Company.
Al centro dei colloqui gli ultimi sviluppi relativi ai progetti nel campo delle fonti rinnovabili di energia, come la costruzione di centrali di energia solare a Kufra, Al Makhlili e Tamanhint, ma anche delle infrastrutture, come il progetto ferroviario per collegare il capoluogo cirenaico Bengasi alla città mediterranea di Marsa Matrouh, in Egitto, passando per Musaed al confine libico-egiziano.
Già due mesi fa alcune aziende cinesi avevano stretto un accordo con il capo del Fondo per la ricostruzione della Libia, Belkacem Haftar, figlio del comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl), Khalifa Haftar, per la ricostruzione della città di Derna e delle altre zone colpite dalle devastanti inondazioni che hanno devastato la regione orientale della Libia a settembre.
A fine ottobre, il ministro “orientale” Al Sidi aveva dichiarato a “Radio France International” che «la Cina è oggi la potenza effettiva che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo». Pagine Esteri