della redazione
Pagine Esteri, 7 marzo 2024. L’ospedale Nasser di Khan Younis nella Striscia di Gaza è stato bombardato e assediato per settimane dall’esercito israeliano. I militari dichiararono che all’interno della struttura erano nascosti i corpi di alcuni degli ostaggi rapiti da Hamas nell’attacco del 7 ottobre. Dopo aver circondato l’ospedale con i carri armati e i cecchini che hanno causato un alto numero di vittime, l’esercito ha impedito l’ingresso di cibo e acqua. I feriti, il personale medico e le migliaia di sfollati che si erano rifugiati nella struttura sono stati costretti a uscirne e a decine sono stati arrestati, tra cui medici e infermieri. Mentre i pazienti più gravi morivano per l’interruzione di elettricità che ha causato lo spegnimento dei respiratori, delle incubatrici e di altri macchinari medici, l’esercito bloccava i camion con il carburante inviati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quando il 16 febbraio l’esercito ha preso il controllo della struttura, trasformandola in un avamposto militare, ha portato via decine di cadaveri. Una volta trasferiti in Israele, i corpi sono stati analizzati nel tentativo di identificarli con alcuni degli ostaggi ancora presenti nella Striscia.
Secondo The Jerusalem Post le 47 salme che oggi sono state riportate a Gaza e sepolte in una fossa comune a Rafah sono quelle che l’esercito aveva prelevato, circa 20 giorni fa, dall’obitorio dell’ospedale Nasser. Non erano ostaggi ma cadaveri di palestinesi morti, per la maggior parte, a causa delle ferite riportate in seguito ai bombardamenti israeliani.