della redazione

Pagine Esteri, 12 marzo 2024 – L’Europa ha quasi raddoppiato le sue importazioni di armi negli ultimi dieci anni, la metà delle quali provenienti dagli Stati Uniti. A certificarlo è il rapporto diffuso ieri dal SIPRI (Stockholm international peace research institute), l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, sul periodo che va dal 2019 al 2023.

In generale ad aumentare, in particolare, sono state le esportazioni di sistemi d’arma in Asia e Oceania, e ovviamente verso l’Ucraina, paese in quarta posizione al mondo per acquisti di armamenti in una classifica guidata dall’India.

A guadagnare da una sempre più conclamata corsa agli armamenti sono stati soprattutto gli Stati Uniti che dal 34% delle vendite complessive di armi tra il 2014 e il 2018 sono passati nel quinquennio successivo al 42%, con un aumento del 17%. Gli Stati Uniti hanno venduto armi a ben 107 Stati, più di quanto abbiano fatto in qualsiasi altro quinquennio precedente e molto più di qualsiasi altro esportatore di armi.

La Russia, impegnata nell’invasione dell’Ucraina, ha invece dimezzato le proprie esportazioni scendendo al terzo posto, superata dalla Francia che invece ha visto impennare le vendite di armi del 47%.

Washington guadagna acquirenti, mentre Mosca ne perde: nel 2019 la Russia aveva venduto sistemi bellici a 31 Stati e nel 2023 solo a 12, mentre India e Cina insieme hanno generato più di metà del fatturato del comparto. La Cina compra sempre meno dall’estero (lo faceva soprattutto dalla Federazione Russa) ed ha anzi rafforzato le capacità produttive del proprio apparato industriale.

Per la prima volta negli ultimi 25 anni, Washington è diventata la principale esportatrice verso l’Asia, anche grazie al boom degli acquisti di armi da parte del Giappone (+155%) e alla crescita della Corea del Sud (+6,5%).

La scelta di foraggiare l’esercito ucraino contro le forze di Mosca ha spinto i paesi europei ad aumentare la spesa militare, con gli acquisti che nell’ultimo quinquennio sono aumentati del 94%. A beneficiare dell’impennata degli acquisti di armi da parte dell’Europa sono stati soprattutto gli Stati Uniti, dal quale provengono ormai il 55% delle importazioni (erano il 35% in precedenza).

L’Italia ha quasi raddoppiato il volume delle proprie esportazioni, con una crescita all’86% (il doppio rispetto al +47% di Parigi), arrivando ad occupare il 4,3% della quota globale del mercato (contro il 5,6% della Germania e il 5,8% della Cina). La Polonia è cresciuta del 1138%, ma rappresenta ancora solo lo 0,7% del mercato globale.

La maggior parte delle esportazioni italiane sono state dirette verso il Medio Oriente, in particolare verso Qatar, Israele, Bahrain, Egitto, Kuwait e Turchia (in questo caso Roma è subito dopo Berlino). L’Italia è il terzo contributore anche della Norvegia, del Brasile e della stessa Francia, che acquista da noi il 18% delle sue armi. Pagine Esteri