di Antonio Mazzeo
Pagine Esteri, 28 novembre 2024 – Si consolida la partnership tra le forze armate italiane e quelle del Regno del Marocco. Dal 13 al 21 novembre scorso si è svolta nelle acque del Golfo di Taranto, l’esercitazione bilaterale italo-marocchina denominata ITA-MOR 24.
Le attività addestrative tra le unità della Marina Militare italiana e quelle del Marocco si svolgono ogni due anni. L’edizione 2024, a guida italiana, è stata pianificata e coordinata dal Comando della Seconda Divisione Navale (COMDINAV DUE) con quartier generale nella Stazione Mar Grande di Taranto e ha visto la partecipazione del pattugliatore polivalente d’altura “Francesco Morosini”, di un team della Brigata Marina “San Marco” di Brindisi e di un elicottero multiruolo SH-90 in forza al 4° Gruppo Elicotteri della Marina Militare di Grottaglie.
Ad ITA-MOR 24 la Marina marocchina ha schierato la fregata multi-missione “Tarik Ben Ziyad” (classe Sigma, prodotta nei Paesi Bassi), un team di sicurezza e un elicottero multiruolo AS 565M Panther, realizzato dal consorzio franco-tedesco “Eurocopter”.
L’esercitazione si è articolata in due fasi, una in porto a Taranto (briefing e incontri tra equipaggi e team specialistici, ecc.), ed una in mare (dal 18 al 21 novembre), con lo svolgimento di attività di sorveglianza e controllo del traffico mercantile, contrasto alle attività illecite, abbordaggio da elicottero, reazioni ad attacchi asimmetrici condotti da barchini veloci e da elicottero, difesa aerea e passiva.
“ITA-MOR 24 si colloca nell’ambito delle attività di collaborazione che la Marina Militare svolge con le Marine dei Paesi rivieraschi del nord Africa con la finalità di accrescere e consolidare le capacità di cooperazione ed interoperabilità tra le stesse”, spiega lo Stato Maggiore della Marina italiana. “Le esercitazioni della serie ITA-MOR si inseriscono in una dimensione più ampia e di partnership, in un contesto di sicurezza condivisa e in risposta alle rinnovate sfide che interessano lo scacchiere strategico del Mediterraneo”.
Le attività addestrative nel Golfo di Taranto sono state programmate nell’ambito del Piano di Cooperazione Italia-Marocco per il 2024, sottoscritto il 27 maggio scorso a Rabat dal capitano di vascello Corrado Campana (addetto militare presso la locale Ambasciata italiana) – su delega dello Stato Maggiore della Difesa – e dal colonnello Hassan Dakech, Capo della direzione Relazioni Esterne dello Stato Maggiore marocchino.
“Il Piano di Cooperazione armonizza e ottimizza le attività bilaterali che, anche per quest’anno, prevedono attività operative, formative ed addestrative”, spiegano i vertici delle forze armate italiane. “La collaborazione con il paese nordafricano riveste particolare importanza nel quadrante strategico nordafricano, nella più ampia considerazione degli Obiettivi Strategici della Difesa nella cornice securitaria del Mediterraneo Allargato”.
Dal 18 al 31 maggio 2024 un contingente militare nazionale aveva preso parte in Marocco alla maxi-esercitazione multinazionale “African Lion”, organizzata dal Comando statunitense Southern European Task Force – Africa (SETAF-AF) con sede a Vicenza su mandato di US AFRICOM (il Comando USA per il continente africano con quartier generale a Stoccarda, Germania), con l’obiettivo strategico di “potenziare la capacità di interagire e inter-operare con i partner africani ed europei al fine di affrontare congiuntamente e con successo le sfide securitarie comuni”.
Oltre che in Marocco, l’edizione 2024 di “African Lion” si è svolta in Ghana, Senegal e Tunisia, ed ha visto la partecipazione di oltre 7.100 militari provenienti da oltre venti nazioni, compresi contingenti della NATO. Per l’Italia era presente una rappresentanza del Comando interforze permanente a livello di brigata, estremamente flessibile e ad elevata prontezza operativa (Italian Joint Force Headquarters – ITA JFHQ). Posto alle dirette dipendenze del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), l’ITA JFHQ ha il compito di pianificare e dirigere le operazioni in “scala minore” all’estero.
Nello specifico il Comando italiano è stato dispiegato negli scali aerei di Agadir e Tan Tan, supportato da alcuni reparti dell’Esercito (in particolare della Brigata “Granatieri di Sardegna” e dell’11° Reggimento Trasmissioni di Roma) e dell’Aeronautica Militare (32° Stormo di Amendola-Foggia, 37° Stormo di Trapani Birgi, 46ª Brigata Aerea di Pisa-San Giusto).
“Il contributo dell’ITA JFHQ ad African Lion è stato quello di simulare il Comando responsabile delle operazioni di evacuazione di civili da un’area di crisi in cui sono in corso delle ostilità, frattanto interessata da un terremoto che ha determinato l’adozione di un cessate il fuoco dalle Parti per permettere lo svolgimento delle attività a supporto delle popolazioni coinvolte”, riporta lo Stato Maggiore della Difesa. “La partecipazione del JFHQ rappresenta un’importante opportunità per la Difesa per consolidare la già acclarata leadership nel contesto securitario euro-mediterraneo ed euro-atlantico, poiché si pone anche quale accreditato interlocutore di rilievo in materia di NEO (Non-Combatant Evacuation Operation), con la giusta enfasi sull’importanza della salvaguardia dei non-combattenti; dell’incremento della partecipazione ad attività internazionali che valorizzino, in particolare, la funzione di Comando e Controllo (C2); della promozione della conoscenza dell’ITA JFHQ nel panorama internazionale quale eccellenza della Difesa”.
Le forze armate italiane avevano partecipato anche all’edizione 2023 di African Lion, tenutesi ad Agadir (nel mese di giugno) presso il Comando generale meridionale del Regno del Marocco. Per l’occasione il Comando ad alta prontezza operativa ITA JFHQ aveva operato fianco a fianco con i vertici di US Africom, della 4th Light Brigade del Regno Unito e del NATO Rapid Deployable Corps di Solbiate Olona (Varese).
Dal 20 al 24 novembre 2023 una delegazione dell’Aeronautica Militare marocchina è stata ospitata in Italia per partecipare nello scalo pugliese di Amendola ad un seminario internazionale su “Intelligence, Surveillance, Reconnaissance and Remotely Piloted Aircraft Systems”, sull’impiego dei droni per lo svolgimento di missioni d’intelligence.
L’evento è stato organizzato e ospitato dal Centro di Eccellenza per gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto dell’Aeronautica italiana, nell’ambito dell’“Iniziativa 5+5 Difesa”, un forum di cooperazione incentrato sulle prospettive di difesa e sicurezza tra alcuni Paesi del Mediterraneo occidentale: cinque della sponda Nord (Francia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna) e cinque della sponda Sud (Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia).
Presenti ad Amendola, oltre ai militari di Italia e Marocco, quelli di Algeria, Libia, Malta, Spagna e Tunisia. “Nel corso delle attività sono stati esaminati svariati argomenti e aspetti peculiari del settore, tra cui l’impiego di aerei a pilotaggio remoto della categoria mini/micro e strategica, la loro integrazione e gestione negli spazi aerei, le capacità dell’Aeronautica Militare nella gestione dei dati acquisiti con i sensori dei droni”, riferisce lo Stato Maggiore della Difesa. “I partecipanti hanno così avuto l’opportunità di confrontarsi, scambiare conoscenze ed esperienze e migliorare ulteriormente la reciproca comprensione e interoperabilità nel campo delle capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione offerte dai Sistemi a pilotaggio remoto”.
In particolare, gli operatori del 28° Gruppo del 32° Stormo di Amendola hanno illustrato alle delegazioni ospiti le modalità di impiego e le caratteristiche dei velivoli MQ-9“Reaper” (originariamente conosciuti come “Predator B”), in dotazione al reparto dell’Aeronautica.
Prodotti dal gruppo industriale statunitense General Atomics, gli MQ-9 “Reaper” viaggiano ad una velocità di 482 Km all’ora ad oltre 7.500 metri d’altitudine, e possiedono un’autonomia di volo fino a 28 ore. I “Reaper” in dotazione all’Aeronautica italiana sono impiegati per operazioni di monitoraggio ed intelligence, ma è più che probabile che essi siano stati predisposti pure come droni killer, per l’attacco al suolo con bombe GBU-12 “Paveway” e/o JDAM e missili anticarro AGM-114 “Hellfire”.
Durante il workshop internazionale sull’impiego dei droni da guerra, il 41° Reggimento IMINT “Cordenons” dell’Esercito italiano (di stanza a Sora, Frosinone) ha mostrato alle delegazioni estere “alcune delle potenzialità” del Raven-B/DDL, un velivolo a pilotaggio remoto di piccole dimensioni, a lancio manuale, per la sorveglianza video e la ricognizione.
Dal peso di appena 2 Kg, il Raven-B/DDL ha un raggio d’azione di 10 Km ed un’autonomia di volo di un’ora. Il mini-drone è prodotto dall’azienda californiana AeroVironment ed è impiegato anche dall’US Air Force e dall’esercito del Regno Unito. Pagine Esteri