Legati e poi uccisi. La denuncia del ministero della Sanità è esplicita e non lascia spazio ad interpretazioni sul caso dei corpi dei paramedici palestinesi uccisi dall’esercito israeliano e recuperati nel fine settimana nella zona di Tel al-Sultan a Rafah, nel sud di Gaza, dopo otto giorni di difficili ricerche sotto la minaccia dei bombardamenti.  “Alcuni di questi corpi sono stati legati, colpiti al petto e sepolti in una buca profonda per impedirne l’identificazione”, rivelano i sanitari palestinesi.

La Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) aveva annunciato in precedenza il recupero dei corpi, tra cui otto paramedici dei suoi equipaggi, cinque di squadre di soccorso e un dipendente delle Nazioni Unite. Aggiunge che gli uccisi erano stati colpiti durante pesante incursione nella zona di Hashashin a Rafah. Un nono paramedico, Asaad al-Nasasra, risulta ancora disperso e si ritiene che sia stato arrestato e portato via dai militari. “Questo massacro dei nostri equipaggi è una tragedia non solo per noi della Mezzaluna Rossa, ma anche per il lavoro umanitario e per l’umanità. L’occupazione continua le sue violazioni sotto gli occhi del mondo intero che finora non ha saputo prendere seri provvedimenti per impedire all’occupazione di continuare queste flagranti violazioni delle convenzioni internazionali contro gli operatori sanitari e umanitari”.

La notizia del massacro di soccorritori a Rafah giunge mentre un alto ufficiale di un’unità di combattimento dell’esercito israeliano ha ammesso che i soldati utilizzano i civili palestinesi di Gaza come scudi umani – “chiamati “shawish” – fin dall’inizio della guerra. Su Haaretz, l’ufficiale, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, ha affermato che i soldati usano i civili per proteggersi più volte al giorno. Il militare ha raccontato di aver assistito per la prima volta a questa procedura, chiamata “Protocollo Zanzara”, nel dicembre 2023. I civili palestinesi, ha spiegato, sono usati come scudi umani perché “è il metodo più veloce di altri disponibili, come l’invio di un cane, un robot o un drone”.

“Oggigiorno, quasi ogni plotone ha uno “shawish” e nessuna forza di fanteria entra in una casa prima che uno “shawish” la liberi. Ciò significa che ci sono quattro “shawish” in una compagnia, dodici in un battaglione e almeno 36 in una brigata. Gestiamo un “esercito di schiavi”.

Intanto l’esercito israeliano ha emesso oggi, tra Khan Yunis e Rafah, l’intimazione di evacuazione più ampia da quando il 18 marzo Tel Aviv ha rotto unilateralmente la tregua con Hamas a Gaza, uccidendo in pochi minuti, con intensi bombardamenti, centinaia di palestinesi.