Oggi i bombardamenti israeliani hanno ucciso almeno 60 palestinesi nella Striscia di Gaza, uno degli attacchi più pesanti delle ultime settimane. La tv al Jazeera parla di 80 morti. E l’Esercito di occupazione ha anche emesso altri ordini di evacuazione per gli abitanti di ampi distretti del territorio settentrionale di Gaza, provocando una nuova ondata di sfollamenti.

I carri armati israeliani sono avanzati nelle zone orientali del sobborgo di Zeitoun di Gaza city e hanno bombardato diverse aree, mentre gli aerei hanno preso di mira almeno quattro scuole dopo l’ordine di espulsione dato a centinaia di famiglie che vi avevano trovato un rifugio.

Altre 22 persone – tra cui donne, bambini e un giornalista – sono state uccise in un attacco aereo su un caffè sulla spiaggia di Gaza city. L’esercito israeliano, come fa sempre in questi casi, afferma di aver colpito obiettivi dei militanti nel nord di Gaza, tra cui centri di comando e controllo, dopo aver adottato misure per ridurre il rischio di danni ai civili. Il bombardamento ha fatto seguito a nuovi ordini di evacuazione verso vaste aree del nord, che forze israeliane avevano già invaso in passato lasciandosi alle spalle devastazioni su vasta scala.

Decine di morti e feriti si segnalano anche nel sud di Gaza, ancora una volta nei pressi di un centro di distribuzione della GHF, la fondazione incaricata da Israele e Stati Uniti di consegnare aiuti alimentari alla popolazione al posto delle Nazioni Unite.

In Israele, il gabinetto di sicurezza presieduto dal premier Netanyahu sta per riunirsi per discutere i prossimi passi da compiere a Gaza. Nei giorni scorsi il capo militare israeliano Eyal Zamir ha affermato che l’offensiva di terra era prossima al raggiungimento dei suoi obiettivi e Netanyahu ha affermato che si sono aperte nuove opportunità per il rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza: si ritiene che 20 di loro siano ancora vivi. Fonti palestinesi ed egiziane affermano che i mediatori – Qatar ed Egitto – hanno intensificato i contatti con le due parti in conflitto, ma che non è stata ancora fissata una data per un nuovo round di colloqui di tregua.

Un dirigente di Hamas ha affermato che il progresso dipende dal fatto che Israele cambi la sua posizione e accetti di porre fine alla guerra e di ritirarsi da Gaza. Israele afferma che si fermerà solo quando Hamas sarà disarmato e smantellato. Il movimento islamista si rifiuta di deporre le armi e continua a combattere contro le forze di occupazione.

Gli Stati Uniti hanno proposto un cessate il fuoco di 60 giorni e il rilascio di metà degli ostaggi israeliani in cambio della scarcerazione dei prigionieri palestinesi. Hamas rilascerebbe i restanti ostaggi nell’ambito di un accordo che garantisca la fine della guerra.