AGGIORNAMENTI
ORE 22.20
Usb e Cgil hanno annunciato uno sciopero generale per venerdì 3 ottobre. “L’attacco alle navi civili con a bordo cittadini italiani rappresenta un fatto di estrema gravità. Un colpo inferto allo stesso ordinamento costituzionale che impedisce l’azione umanitaria nei confronti della popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano a un’operazione genocida”, accusa Maurizio Landini.
Ore 22.05 – “Le navi militari israeliane continuano a dirigersi verso la Global Sumud Flotilla e ad accerchiare le varie unità. Lanciano acqua per intimorire gli equipaggi e creare confusione. Ma la Flotilla è a sole 65 miglia dalle coste di Gaza e non si lascia intimorire, continua ad avanzare” scrivono gli attivisti, secondo i quali la nave Yulara è stata fatta oggetto di “pesanti attacchi con idranti”. Alcuni testimoniano l’uso di granate stordenti lanciate da droni.
Ore 21.55 – Israele ha più volte intimato alla Flotilla di consegnare gli aiuti trasportati dalle sue navi, sostenendo che li avrebbe distribuiti alla popolazione di Gaza, ma la missione umanitaria ha rifiutato, ricordando che è Israele a bloccare da mesi gli aiuti delle Nazioni Unite e quelli spediti da vari paesi, impedendo la loro distribuzione alla popolazione affamata dimostrando la volontà di utilizzare la fame come arma di guerra. La Flotilla inoltre ha ricordato che fin dall’inizio il suo obiettivo era denunciare – violandolo – il blocco navale illegale imposto da Israele alla Striscia di Gaza ormai da quasi venti anni.
Ore 21,45 – Secondo il coordinamento della missione umanitaria, l’esercito israeliano ha già intercettato e sequestrato gli equipaggi di tre imbarcazioni: la Alma, la Sirius e la Adara. Prima di questo abbordaggio, le forze militari israeliane hanno danneggiato le comunicazioni delle navi nel tentativo di bloccare i segnali di soccorso e interrompere le trasmissioni in diretta, spiegano gli attivisti a bordo delle imbarcazioni.
Ore 21.35 – “Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla stanno subendo un’intercettazione illegale. Le telecamere sono offline e le imbarcazioni sono state abbordate da personale militare. Stiamo lavorando attivamente per confermare la sicurezza e la situazione di tutti i partecipanti a bordo” ha scritto sui suoi canali social la Global Sumud Flotilla.
ORE 20.30 – La marina militare israeliana ha cominciato l’intervento di blocco della missione umanitaria. I militari sono saliti a bordo dell’Alma sequestrando barca ed equipaggio. Prima che chiudessero le comunicazioni, il presidente di ActionAid Italia, Idabderrahmane Amajou sulla barca Paola I ha dichiarato: “Siamo circondati da oltre 20 barche di soldati, ci hanno intimato di fermarci. Hanno tagliato tutte le comunicazioni radio. Le nostre radio non funzionano più. Hanno cancellato il sistema di navigazione e dovrebbero abbordare da un momento all’altro. Sono 20 motovedette armate con cannoni e fucili automatici a prua che si muovono a luci spente”.
La Flotilla, entrata nella zona a rischio a 75 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza, è stata intercettata da decine di imbarcazioni israeliane. Il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato di aver stabilito insieme al suo omonimo israeliano, Gideon Sa’ar, quelle che saranno le azioni israeliane: “Era previsto l’abbordaggio – ha dichiarato Tajani – ho parlato più volte con il ministro Sa’ar affinché non ci siano azioni violente da parte delle forze armate israeliane, questo mi è stato assicurato”. “Siccome in Israele c’è lo Yom Kippur fino a domani sera” gli attivisti della Flotilla fermati e portati ad Ashdod “saranno imbarcati su un aereo entro un paio di giorni e riportati in Europa” ha detto il ministro degli Esteri.
Poche ore prima dell’inizio dell’intercettazione delle imbarcazioni della Flotilla, una delle due navi militari turche che hanno seguito la missione umanitaria fino all’inizio della “zona rossa” ha proceduto ad imbarcare 11 attivisti, compresi tre cittadini di Ankara, che avevano espresso la volontà di non proseguire.
Molto prima le navi militari inviate da Italia, Grecia e Spagna avevano rifiutato di proseguire abbandonando le imbarcazioni della Flotilla al loro destino.