Mentre si attendono in ogni momento i raid aerei contro l’Iran, Netanyahu avrebbe accettato di ridimensionare la portata della rappresaglia israeliana anche per le pressioni delle monarchie arabe del Golfo che temono di subire le ritorsioni di Teheran
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Damasco sarebbe fondamentale per i trasferimenti di armi dall’Iran a Hezbollah, affermano gli israeliani. Intanto il governo Netanyahu sarebbe pronto a lanciare l’attacco a Teheran nelle prossime ore
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Mentre gli USA offrono armi e copertura diplomatica a Tel Aviv in cambio di un attacco blando a Teheran, la diplomazia sembra aver dimenticato Gaza, dove dopo un anno si continua a morire. E le prime vittime sono sempre i bambini
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Almeno 8 soldati israeliani sono stati uccisi in Libano del sud. Hezbollah annuncia la distruzione di tre carri armati. Intanto il governo Netanyahu prepara la rappresaglia all’attacco missilistico lanciato ieri dall’Iran.
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Non solo Hezbollah ma anche Gaza, la Siria, lo Yemen e l’occupazione della Cisgiordania. Tel Aviv sta dimostrando a se stessa e al mondo di essere in grado di gestire guerre e occupazioni. E Netanyahu avverte l’Iran: non c’è posto in medioriente dove Israele non possa arrivare
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La sua nomina in sostituzione di Ismail Haniyeh assassinato da Israele, avrebbe il fine di dimostrare che la determinazione di Hamas non è stata spezzata da 10 mesi di offensiva israeliana a Gaza
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Il leader israeliano ha respinto le critiche all’offensiva che ha ucciso più di 39.000 palestinesi, tra cui migliaia di bambini. Il servizio è di Michele Giorgio
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E’ accusata di “insurrezione armata” e di far parte del partito Komala, considerato terroristico dalle autorità iraniane.
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Pezeshkian è diventato presidente perché ha compreso che la riconciliazione con la parte silenziosa della società è un passo indispensabile per realizzare gli obiettivi del suo possibile governo
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La partecipazione si è attestata intorno al 50%. Il nuovo presidente ha ottenuto circa il 54%, tre milioni di voti in più del suo avversario l’ultraconservatore Said Jalili
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Il voto segue quello del 28 giugno, segnato da un calo record dell’affluenza: il 60% degli elettori iraniani si è astenuto una settimana fa dalle votazioni volte a nominare il successore di Ebrahim Raisi morto in un incidente aereo.
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Pezeshkian, un riformista, sino ad ora ha ottenuto il 42,6% dei voti, e Jalili, un ultraconservatore, il 38,8%. Entrambi non raggiungeranno il 50%.
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