Rapita dai servizi segreti e torturata per 6 mesi, l’oppositrice politica turca rischia due ergastoli con accuse inconsistenti. Il presidente e il governo controllano il sistema giudiziario per colpire e perseguitare dissidenti, avvocati non allineati, difensori dei diritti civili, artisti e intellettuali
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La Siria pronta a beneficiare della distensione regionale e a rientrare nella Lega araba. Nasrallah abbasserà i toni anti-sauditi in cambio di un tacito riconoscimento dall’erede al trono Mohammed bin Salman.
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In soccorso di Erdogan, alle prese con il duello elettorale del 14 maggio, accorrono Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, a lungo nemici del regime turco. Una riconciliazione in nome del mondo multipolare
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Il devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria ha creato una nuova situazione in cui Ankara si trova a dover sfruttare le proprie risorse per riprendersi dalle conseguenze del disastro. Ciò potrebbe accelerare la riconciliazione con Damasco e la fine dell’occupazione turca di parte del territorio siriano.
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L’Oms ricorda che il paese è in condizioni critiche dopo la guerra civile e l’epidemia di colera. Una dozzina gli Stati che si sono detti pronti ad aiutare Damasco. Usa e Ue soccorrono solo le aree a nord-ovest che non sono sotto il controllo di Bashar Assad.
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Continua a crescere il bilancio delle vittime del sisma che ha devastato, in Turchia e in Siria, aree già sconvolte da anni di guerra e repressione e dove sono ammassati in condizioni già estreme milioni di profughi. Alle proteste per i ritardi nei soccorsi Ankara risponde con gli arresti
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Moltissimi gli edifici crollati, i soccorritori scavano tra le macerie in cerca di superstiti. In Turchia la zona più colpita è quella di Gaziantep, territorio in cui si sono rifugiati tantissimi profughi siriani in fuga dalla guerra.
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Due anni di guerra potrebbero aver provocato in Tigray circa 600 mila morti. Dopo il cessate il fuoco la situazione migliora ma la pace è molto fragile. Pesa l’incognita Eritrea. Nel frattempo si riaccendono i combattimenti in Oromia
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Con un decreto firmato questa settimana, el Sisi taglia a metà le Zee di Libia e Turchia, così come previste con il memorandum turco-libico. L’Egitto ora punta forte allo sfruttamento e all’esportazione del suo gas.
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Pare che il presidente siriano stia resistendo alle pressioni degli alleati russi e iraniani intenzionati a spingerlo nella braccia del leader turco. Vuole alzare l’asticella, andare oltre la «pace per la pace» e ottenere garanzie concrete
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L’Unione Europea corteggia le repubbliche dell’Asia Centrale, approfittando della debolezza di Mosca. Mentre gli “stan” alzano la voce la Cina tenta il sorpasso sulla Russia
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Dopo l’invasione russa dell’Ucraina le repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale sono sempre più fredde con Mosca. Il Kazakistan, in particolare, prende le distanze dalla Russia. Pechino, Ankara e Bruxelles ne approfittano per insinuarsi nel cortile di casa di Mosca
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