Ayten Öztürk, foto di Eliana Riva di Eliana Riva* - Pagine Esteri, 26 luglio 2024. La Cassazione ha confermato: due ergastoli. Il resto della vita da passare in regime di isolamento nelle carceri turche. Tenendo conto che l’aspettativa di vita media per una donna turca è di 80,7 anni e che nei suoi primi 50 anni Ayten Öztürk ne ha già scontati 13,5 di prigione, potrebbe arrivare a trascorrere il 55% della sua esistenza dietro le sbarre. Il calcolo, in realtà, è ottimistico perché non tiene conto dei 2 anni e mezzo passati agli arresti domiciliari e dei 6 mesi di tortura nel centro segreto di detenzione ad Ankara. Il suo crimine più grande, quello per cui rimarrà in prigione a vita, è proprio aver deciso di denunciare le torture e gli abusi sessuali. Abbiamo incontrato più volte Ayten Öztürk. Sull’esito del procedimento giudiziario i suoi numerosi sostenitori, in Turchia e in giro nel mondo, avevano espresso un cauto ottimismo quando, lo scorso 7 novembre, era stata assolta dall’accusa di “propaganda per un’organizzazione terroristica”, formulata in seguito alla pubblicazione di un libro in cui denuncia gli abusi subiti (il volume è stato sequestrato e ne è stata proibita la distribuzione). In quell’occasione la nutrita presenza di osservatori e giornalisti internazionali ha fatto la differenza. Lo hanno affermato con estrema sicurezza i suoi avvocati, ora tutti o quasi in prigione insieme a lei. Un’ondata di arresti in Turchia ha infatti travolto a febbraio, associazioni, centri di supporto legale, musicisti, attivisti, in seguito a un attacco armato all’esterno del tribunale di Istanbul, conclusosi con l’uccisione di un civile e dei due...