Pagine Esteri, 1 luglio 2021 – Yasser Arafat è morto in un ospedale militare francese l’11 novembre 2004. La vedova, Suha Tawill, nel marzo del 2012 ha consegnato a un giornalista di Al Jazeera gli indumenti indossati dal leader dell’Olp su cui erano state individuate tracce di Polonio 210, sostanza tossica. A suo dire ciò dimostrava l’avvelenamento del marito e ha sporto denuncia in Francia contro ignoti per omicidio. I giudici francesi avevano deciso per un “non luogo a procedere”. La Commissione Europea per i diritti umani ha dato ragione in via definitiva alla magistratura transalpina. Per i palestinesi non cambia nulla: Arafat, dicono, è stato avvelenato da collaborazionisti di Israele.
PAGINE ESTERI ha intervistato la giornalista e saggista Stefania Limiti che segue con molta attenzione la questione palestinese. Ha scritto I fantasmi di Sharon (Sinnos 2002) sulla strage nei campi profughi di Sabra e Shatila, Mi hanno rapito a Roma (Edizioni L’Unità 2006) sulla vicenda del sequestro da parte del Mossad del tecnico nucleare Mordechai Vanunu e più di recente Arafat, Il Sovrano senza stato (Castelvecchi, 2019). Il suo ultimo libro, scritto con Sandra Bonsanti, è Colpevoli pubblicato quest’anno.