di Valeria Cagnazzo
Pagine Esteri, martedì 26 aprile 2022 – E’ stata portata a “livello rosso” l’allerta terrorismo nella regione della Transnistria, in Moldavia, dopo le tre esplosioni che l’hanno colpita tra ieri e oggi. Il Consiglio di Sicurezza dell’autoproclamata repubblica indipendente, riconosciuta solo dalla Russia, ha, infatti, riferito tre attacchi, l’ultimo questa mattina (26 aprile) contro un’unità militare vicina alla città di Tiraspol. Le esplosioni hanno anche distrutto la torre di un’emittente radiofonica filorussa nella regione. Per il momento, non sono state segnalate vittime. L’attacco non è stato ancora rivendicato,
La paure che il conflitto tra la Russia e l’Ucraina possa adesso coinvolgere anche la Moldavia sono quindi ancora più forti. La Transnistria è in una posizione strategica: la città di Odessa sorge ad appena un centinaio di chilometri dalla Repubblica. Dalla guerra del ’92, inoltre, nella piccola repubblica non riconosciuta da nessun Paese Onu è di stanza un contingente russo di almeno 1200 uomini, ufficialmente impegnati in una missione di pace.
I timori della Moldavia sono, pertanto, più che motivati, soprattutto adesso che le esplosioni arrivano in Transnistria. Va ricordato che anche la Repubblica transnistriana, nonostante le storiche simpatie filorusse, pur non avendo mai condannato apertamente la politica di Putin, in questi due mesi si è sempre mantenuta neutrale. In tutta la regione moldava, dall’economia estremamente fragile, il conflitto rappresenterebbe una catastrofe. Non si tratta, tra l’altro, solo di preoccupazioni regionali: anche per la presenza di una centrale nucleare nella zona, gli attacchi delle ultime ventiquattro ore hanno infiammato anche le apprensioni internazionali.
Il Segretario delle Nazioni Unite Guterres, intanto, è volato proprio in queste ore a Mosca, dove ha già incontrato il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Al centro dell’incontro, l’importanza della diplomazia nella risoluzione delle controversie. Guterres ha chiesto una risoluzione del conflitto “al più presto possibile”, chiedendo al ministro russo l’impegno, nonostante tutto, a un “dialogo molto serio per ridurre al minimo la sofferenza delle persone”.
Il Ministro degli Esteri russo aveva, intanto, già paventato il rischio dell’esplosione di una guerra nucleare e di una “terza guerra mondiale” a causa della posizione irresponsabile degli Usa e degli alleati, ribadendo al contrario gli sforzi diplomatici compiuti dalla Russia. “Continuiamo ancora a negoziare con la squadra che Zelensky ha proposto, ma non rileviamo interesse da parte degli Usa a stabilire con noi un contatto sull’Ucraina o su altri fronti”. Il dialogo con il premier ucraino sarebbe stato, secondo Lavrov, ostacolato proprio dai cattivi consigli che gli avrebbero fornito gli Usa e la Gran Bretagna.
Dall’altro lato, al momento, si parla in effetti poco di diplomazia: il Segretario della Difesa Usa Lloyd Austin ha esortato i Paesi alleati a supportare l’Ucraina mediante l’invio massiccio di armamenti, al fine di “renderla ancora più capace di continuare a difendersi”. E ha aggiunto: “Siamo qui per rafforzare gli arsenali della democrazia ucraina”.
In serata, il Segretario Guterres ha incontrato poi Vladimir Putin: il Presidente russo ha ribadito di essere stato “costretto” a invadere l’Ucraina per difendere la popolazione russofona dal rischio di genocidio commesso da Kiev. “Senza un accordo sulla Crimea e sul Donbass“, ha poi dichiarato, “non è possibile firmare garanzie di sicurezza”. L’episodio di Bucha, in cui l’esercito russo è stato accusato di torture e stupri sulla popolazione civile inerme, è stato definito una “provocazione” del quale la Russia non sarebbe stata responsabile e ordita per ostacolare le trattative di pace tra i due Paesi. Guterres ha affermato l’importanza di aprire corridoi umanitari e impegnarsi per una risoluzione diplomatica “con gli strumenti stabiliti dallo Statuto dell’Onu”. La conditio sine qua non tracciata da Putin, però, ha minato significativamente all’efficacia del suo viaggio a Mosca.
Il Segretario Generale dell’Onu partirà adesso per Kiev, per incontrare il Presidente Zelensky.