della redazione –


AGGIORNAMENTI:

Pagine Esteri, 5 luglio 2023. L’esercito israeliano ha cominciato il ritiro da Jenin. Gli abitanti del campo profughi stanno pian piano uscendo dalle proprie case. Il numero dei palestinesi assassinati è salito a 12. Nella serata di ieri le forze armate israeliane hanno confermato l’uccisione di un soldato, David Yehuda Yitzhak, durante uno dei conflitti a fuoco. Poco dopo aver annunciato il ritiro da Jenin, Israele ha bombardato Gaza, a più riprese e in più punti, in seguito ad un lancio di razzi partito dalla Striscia.

Pagine Esteri, 4 luglio 2023, ore 21.25. I media israeliani riferiscono che l’esercito ha iniziato le operazioni di ritiro da Jenin. I feriti nell’attacco di oggi a Tel Aviv sono 8. Il conducente ha investito i passeggeri in attesa dell’autobus, tentando poi di accoltellare altre persone. È stato ucciso pochi secondi dopo l’incidente da civili armati.

Nella giornata di oggi un bombardamento nel campo profughi palestinese di Jenin ha provocato l’evacuazione di altre famiglie palestinesi, accolte in rifugi di emergenza, in strutture pubbliche, scuole, palestre. La Mezza Luna Rossa ha assistito e coordinato le operazioni di evacuazione della maggior parte delle famiglie del campo profughi. Si tratta di circa 3.500 persone.


Pagine Esteri, 4 luglio 2023, ore 19.12. È salito a 11 il bilancio dei morti palestinesi per la più grande operazione militare israeliana in Cisgiordania degli ultimi venti anni. A Jenin si combatte ancora. Il direttore di Pagine Esteri, Michele Giorgio, in diretta dal campo profughi ha riportato in questo video spari ed esplosioni.

Ore 17.24. Hamas ha dichiarato che l’attacco di Tel Aviv, durante il quale un uomo, Abdel-Wahhab Issa Hussein Khalayleh, 20enne palestinese di Hebron, ha investito alcune persone e poi tentato di accoltellarne altre, è stato compiuto da “uno dei suoi membri”, in risposta all’operazione militare israeliana nella città di Jenin. Tre delle sette persone ferite a Tel Aviv versano in gravi condizioni.

Reporter Senza Frontiere ha denunciato attacchi deliberati ai giornalisti da parte dei militari israeliani a Jenin. In un video si vede un blindato israeliano colpire ripetutamente la telecamera di un giornalista posizionata su di un cavalletto. A Jenin, poco più di una non fa veniva uccisa la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh.

Il Ministero degli esteri tedesco, parlando dell’operazione israeliana a Jenin, la più grande operazione militare degli ultimi anni in Cisgiordania, ha dichiarato che Israele ha il diritto di difendersi ma che la sua risposta deve essere “proporzionata”.

Ore 12.50. Almeno 10 persone sono rimaste ferite in quello che sembra essere un attacco intenzionale con un auto a Tel Aviv. Il conducente è stato ucciso sul posto da civili armati.


Pagine Esteri 4 luglio 2023. È salito a 10 il numero dei palestinesi uccisi durante l’incursione dell’esercito israeliano nella città e nel campo profughi di Jenin, centinaia i feriti. La Mezza Luna Rossa palestinese ha evacuato almeno 500 famiglie, più di 3.000 persone. La situazione all’interno del campo profughi è diventata insostenibile. I mezzi israeliani hanno distrutto strade e infrastrutture.

Vanessa Huguenin, portavoce dell’ufficio umanitario delle Nazioni Unite ha dichiarato: “Siamo allarmati dalla portata delle operazioni aeree e di terra che si stanno svolgendo a Jenin nella Cisgiordania occupata e dagli attacchi aerei che colpiscono un campo profughi densamente popolato”. Le agenzie delle Nazioni Unite hanno dichiarato, inoltre, che ai soccorritori è stato impedito dall’esercito israeliano di raggiungere le persone gravemente ferite.

Video mostrano mezzi corazzati che producono profondi solchi lungo le vie principali, diventate cumuli di macerie. La rete idrica e quella elettrica sono danneggiate.


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L’ospedale pubblico è pieno di feriti ma i medici hanno difficoltà a raggiungere la struttura, che viene attaccata dal lancio di gas da parte dell’esercito israeliano e dal passaggio di mezzi corazzati ed escavatori.

Il vice portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Farhan Haq, ha chiesto a “tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario, evitando l’uso eccessivo della forza nei centri abitati”.

Proteste e manifestazioni contro l’attacco e l’occupazione israeliana di Jenin si stanno tenendo in varie città della Cisgiordania occupata.


 


GLI EVENTI:

Anticipata da giorni dai media locali e invocata da ministri e parlamentari della destra estrema al governo, nella notte tra domenica e lunedì è cominciata l’ampia operazione dell’esercito israeliano contro la città palestinese di Jenin e il suo campo profughi, nel nord della Cisgiordania.

Sono coinvolti migliaia di soldati, carri armati Merkava sono schierati nei pressi della città e droni hanno colpito diversi obiettivi. Il bilancio al momento parla di dieci palestinesi uccisi e di centinaia di feriti.

Non si segnalano vittime tra i soldati, nonostante il fuoco di sbarramento da parte di decine di combattenti palestinesi che avrebbero abbattuto un drone. Continuano a giungere in queste ore notizie di rastrellamenti e di ampie distruzioni, in particolare delle strade del campo profughi.

Difficile prevedere quanto durerà la rioccupazione di Jenin. Nei giorni scorsi si parlava di 48 ore ma è improbabile che in un tempo così breve le forze israeliane possano avere ragione di organizzazioni armate ben strutturate. Il rischio, oltre ad un bagno di sangue, è che l’operazione inneschi reazioni a catena in Cisgiordania dove la lotta armata è ormai vista da molti come l’unico mezzo per mettere fine all’occupazione militare israeliana.

In una breve dichiarazione lo scorso lunedì il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha detto che “Sosteniamo la sicurezza di Israele e il diritto di difendere il suo popolo da Hamas, la Jihad islamica palestinese e altri gruppi terroristici”.

Migliaia di palestinesi hanno già sfilato in protesta a Nablus e altri centri abitati. Pagine Esteri