di Redazione
Pagine Esteri, 19 ottobre 2023 – Josh Paul, dirigente dell’ufficio del Dipartimento di Stato americano che gestisce i trasferimenti di armi ai paesi alleati, ha annunciato le sue dimissioni in polemica con la decisione dell’amministrazione Biden di inviare un ingente quantitativo di armi e munizioni a Israele. Proprio oggi, riferiscono le agenzie di stampa, un cargo di Washington che trasportava mezzi blindati destinati all’esercito israeliano è atterrato all’aeroporto Ben Gurion.
Il funzionario statunitense ha motivato la sua decisione spiegando che il «cieco sostegno» a Israele sta portando a decisioni politiche «miopi, distruttive, ingiuste e contraddittorie rispetto agli stessi valori che sosteniamo pubblicamente».
Il dirigente ha spiegato le sue ragioni nella lettera di dimissioni presentata al Dipartimento di Stato: «la risposta che Israele sta dando, e con essa il sostegno americano sia a quella risposta sia allo status quo dell’occupazione, porterà solo a sofferenze maggiori e più profonde sia per il popolo israeliano che per quello palestinese» ha scritto l’uomo che per 11 anni ha ricoperto l’incarico di direttore del settore Affari pubblici e parlamentari dell’ufficio affari politico-militari del Dipartimento di Stato.
«Temo che stiamo ripetendo gli stessi errori commessi negli ultimi decenni e mi rifiuto di farne parte per un periodo più lungo» ha scritto Josh Paul.
In un’intervista, poi, il funzionario ha ricordato che Israele sta mettendo in atto un blocco totale di Gaza che impedisce alla popolazione di accedere a beni di prima necessità, come l’acqua, il cibo, l’elettricità e il carburante, violando così il diritto internazionale. Washington dovrebbe quindi applicare una serie di leggi federali che pure impongono lo stop alla fornitura di armi ai paesi che violano i diritti umani: «Il problema con tutte queste disposizioni è che spetta al ramo esecutivo stabilire se si sono verificate violazioni dei diritti umani. La mossa di prendere una decisione non spetta a qualche entità accademica apartitica e non c’è alcun incentivo affinché il presidente determini effettivamente qualcosa» ha spiegato Paul, secondo il quale comunque l’amministrazione Biden ha anche deciso di ignorare numerose convenzioni internazionali in nome di un sostegno incondizionato a Tel Aviv che considera inaccettabile. – Pagine Esteri