della redazione
Pagine Esteri, 30 novembre 2023 – Tre israeliani, un uomo di 73 anni e due donne, di 24 e 60 anni, sono stati uccisi in un attacco compiuto oggi da due palestinesi armati a una fermata d’autobus all’ingresso di Gerusalemme. Altri quattro sono stati feriti. I palestinesi – due fratelli di Sur Baher (Gerusalemme Est) – che hanno fatto fuoco sono stati uccisi pochi secondi dopo dagli spari della polizia e di un soldato. Poco dopo Hamas ha rivendicato l’attacco.
Nei mesi scorsi era avvenuto un attentato con un ordigno (due morti) ad un’altra fermata d’autobus di Gerusalemme Ovest non lontana da quella dell’attacco di questa mattina.
Ore prima, colpi sparati da soldati israeliani avevano ucciso un palestinese, Fuad Badran, 21 anni, a Beitunia (Ramallah). Il giovane stava aspettando, riferiscono i media palestinesi, l’arrivo dei prigionieri politici scarcerati da Israele nell’ambito degli accordi di cessate il fuoco con Hamas a Gaza. Nei giorni scorsi un altro palestinese era stato ucciso da forze israeliane mentre era in attesa dei detenuti rilasciati. Con la morte di Fadi Badran, il bilancio di vittime palestinesi in Cisgiordania è salito a 455 dall’inizio dell’anno, di cui 247 dal 7 ottobre.
In queste ore è in corso un’altra incursione di reparti militari israeliani nella città di Tulkarem e nel suo campo profughi, in Cisgiordania. Ieri a Jenin erano stati uccisi, in un altro raid, 4 palestinesi tra cui un 15enne e un bambino di 9 anni.
Oggi Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo dell’ultimo minuto per estendere di un giorno il cessate il fuoco a Gaza in modo da consentire ai negoziatori di continuare a lavorare per lo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi. La tregua nei passati sei giorni ha permesso l’arrivo degli aiuti umanitari fondamentali a Gaza dopo che gran parte del territorio palestinese costiero, popolato da 2,3 milioni di persone, è stato trasformato in una terra desolata dai bombardamenti israeliani.
“A Israele è stata consegnata una lista di donne e bambini secondo i termini dell’accordo, e quindi la tregua continuerà”, ha dichiarato in un comunicato l’ufficio del primo ministro israeliano proprio alla scadenza della tregua. Il movimento islamico aveva precedentemente sostenuto che Israele si era rifiutato di ricevere altre sette donne e bambini e i corpi di tre ostaggi morti in cambio del prolungamento della tregua. Hamas non ha fatto i nomi delle persone morte ma ieri aveva detto che una famiglia di tre ostaggi, incluso Kfir Bibas di 10 mesi, era morta durante un bombardamento israeliano su Gaza.
Hamas ieri ha liberato 16 ostaggi – 12 donne e bambini israeliani e 4 lavoratori tailandesi – in cambio del ritorno casa di 30 prigionieri palestinesi. Le condizioni del cessate il fuoco, compresa la fine dei combattimenti e l’ingresso di aiuti umanitari, rimangono le stesse, secondo un portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, mediatore chiave tra le parti in guerra insieme all’Egitto e agli Stati Uniti.
Prima della tregua, Israele ha bombardato Gaza per sette settimane uccidendo più di 15.000 palestinesi e ferendone altri 35mila come rappresaglia all’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre in cui sono morti 1200 israeliani, in prevalenza civili.
Oggi il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato a Tel Aviv, il suo terzo viaggio nella regione nelle ultime settimane per discutere l’estensione della pausa nei combattimenti, gli aiuti umanitari e lo scambio di altri ostaggi. Sempre oggi la Giordania ospita una conferenza a cui parteciperanno le principali agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, regionali e internazionali per coordinare gli aiuti a Gaza. La Cina intanto invita il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a formulare un calendario e una tabella di marcia “concreti” per attuare la soluzione a Due Stati (Israele e Palestina). Pagine Esteri