di Michele Giorgio

Pagine esteri, 21 marzo 2024 – Si fa sempre più drammatica la situazione dentro e intorno l’ospedale Shifa di Gaza city, rioccupato e circondato dalle forze armate israeliane a inizio settimana. Da Gaza riferiscono di edifici in fiamme all’interno del complesso ospedaliero che, prima dell’offensiva israeliana, era il più attrezzato a disposizione dei 2,3 milioni di abitanti della Striscia.

L’esercito dello Stato ebraico ha distrutto con esplosivi diverse case vicine allo Shifa divenuto una vera e propria zona di guerra, con persone intrappolate nelle loro case a rischio di bombardamenti. Proseguono sporadicamente anche gli scontri a fuoco tra militari israeliani e combattenti palestinesi. “Israele ha mandato i carri armati nel cuore della città di Gaza per distruggere ciò che resta delle sue case e delle sue strade”, ha detto un abitante a un giornalista della Reuters.

Israele sostiene di aver ucciso più di 50 uomini di Hamas nelle ultime ore portando a 140 il numero dei combattenti uccisi nell’ospedale divenuto, secondo il suo portavoce militare, “un rifugio” per Hamas e il Jihad islami. Già lo scorso novembre, quando lo Shifa fu circondato per giorni e poi occupato, Tel Aviv sostenne la presenza sotto l’ospedale di un “quartier generale a più livelli di Hamas”. Le ispezioni però non confermarono queste affermazioni e fecero emergere solo alcune gallerie e sale sotterranee.

In un video diffuso dalla tv Al Jazeera, un militare israeliano ordina agli sfollati palestinesi ammassati nell’ospedale di non provare ad uscire, altrimenti saranno colpiti e aggiunge che potranno lasciare l’ospedale solo quando verranno liberati gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.

 

Altre decine di persone sono state uccise da missili, bombe, colpi di artiglieria e raffiche di mitra nel campo profughi di Shati, a ovest di Gaza City, a Deir el-Balah e in una casa nel campo di Nuseirat. Nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della sanità a Gaza, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 65 persone e ferito altre 92, molte delle quali nello Shifa e nell’area circostante. Il numero totale dei palestinesi uccisi dal 7 ottobre è salito a 31.988.

La tregua resta una ipotesi ancora remota al tavolo dei negoziati in Qatar, nonostante il segretario di Stato Usa Blinken abbia dichiarato qualche ora fa, durante l’ennesimo tour che sta effettuando nella regione, che Israele e Hamas avrebbero “accorciato le differenze”. Le parti stanno discutendo un cessate il fuoco di circa sei settimane che consentirebbe il rilascio di 40 ostaggi israeliani – donne, bambini ed anziani – in cambio di centinaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Hamas afferma che rilascerà gli ostaggi solo come parte di un accordo ampio volto a porre fine alla guerra. Israele ripete che discuterà solo di una pausa temporanea.

Nella Cisgiordania occupata intanto è in atto una nuova escalation di attacchi militari israeliani. Quattro palestinesi sono stati uccisi nel campo profughi di Nur Shams (Tulkarem) ed un altro a Ramallah, nel campo di Al Amari. Ieri un drone israeliano aveva ucciso tre combattenti palestinesi a bordo di un’auto nei pressi del campo profughi di Jenin. Pagine Esteri