Intervista e foto di Michele Giorgio
Pagine Esteri, 30 luglio 2024 – Non si placano il clamore e le polemiche in Israele per l’assalto lanciato ieri da decine di militanti della destra a due centri di detenzione dell’esercito – Sde Teiman e Beit Lid – dopo l’annuncio dell’arresto e dell’avvio di un procedimento giudiziario militare nei confronti di una decina di soldati accusati di aver seviziato e sodomizzato un prigioniero palestinese di Gaza.
I vertici delle Forze armate parlano di “comportamenti illegali al limite dell’anarchia” mentre il governo appare spaccato al suo interno. Il premier Netanyahu ha condannato l’accaduto e lo stesso hanno fatto alcuni ministri. Ma altri esponenti dell’esecutivo, come il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir e quello delle Finanze Bezalel Smotrich, entrambi leader dell’estrema destra, solidarizzano con i dimostranti e descrivono come degli “eroi” i soldati accusati di aver abusato del palestinese, un membro della Brigata Nukhba di Hamas che avrebbe partecipato all’attacco del 7 ottobre scorso in Israele. Il partito centrista Yesh Atid ha chiesto le dimissioni del vicepresidente della Knesset che ha preso parte alla protesta. “Non siamo sull’orlo dell’abisso, siamo nell’abisso. Oggi sono state superate tutte le linee rosse”, ha scritto sui social media il leader dell’opposizione ed ex primo ministro Yair Lapid.
I disordini sono iniziati quando la polizia militare ieri si è presentata a Sde Teiman, nel sud di Israele, per interrogare i soldati riservisti sospettati degli abusi. Gli investigatori hanno trovato ad accoglierli una folla di manifestanti, tra cui membri del Parlamento di estrema destra, radunata all’esterno che scandiva slogan a sostegno dei militari sotto indagine. I canali televisivi locali hanno trasmesso filmati di alcuni dimostranti che forzavano un cancello e si facevano strada nella base, accompagnati da un ministro ultranazionalista. Al calare della notte, una folla si è radunata anche nel complesso militare di Beit Lid, nel nord di Israele. Numerose persone ha fatto irruzione in un tribunale militare prima che la polizia e i soldati le respingessero fuori.
Il centro di detenzione di Sde Teiman è sotto i riflettori da mesi. I gruppi per i diritti umani, tra cui l’Associazione per i diritti civili in Israele, denunciano gravi abusi a danno dei detenuti palestinesi. Maltrattamenti e torture avverrebbero anche in altre prigioni militari e secondo dati diffusi dai palestinesi, alcune decine di detenuti di Gaza sono morti in carcere nei passati nove mesi a causa delle sevizie subite e la mancanza di cure mediche.
Pagine Esteri, vi ripropone l’intervista filmata che ha realizzato nelle scorse settimane con un medico israeliano entrato a Sde Teiman e che ha rivelato ai media la condizione in cui vengono tenuti i prigionieri di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre. Per ragioni di sicurezza non possiamo rivelare la sua identità. Nel video il medico appare di spalle e con la testa coperta. Pagine Esteri