Sulla base del conteggio quasi definitivo, il blocco di Netanyahu otterrebbe 65 seggi su 120 della Knesset. Il Meretz storico partito della sinistra non ha superato per pochi voti la soglia di sbarramento del 3,25% e rischia di rimanere fuori dal parlamento. Stessa situazione per il partito arabo Tajammo/Balad.
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MEDITERRANEO ORIENTALE. Ieri la firma a Naqoura dell’intesa mediata dagli Usa e che segna l’inizio dello sfruttamento dei giacimenti di gas in quell’area. Hezbollah canta vittoria, Yair Lapid pure.
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I manovali sono ben retribuiti ma devono pagare fino a 2.500 shekel (circa 700 euro) al mese per poter lavorare in Israele. Il denaro viene diviso tra un appaltatore israeliano e un intermediario palestinese. Un «furto» sistematico che è la conseguenza di riforme attese da tempo ma mai arrivate.
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La repressione ordinata dal generale Burhan Abdel Fattah, a capo del colpo di stato del 2021, non è riuscita a piegare l’opposizione dei sudanesi. Le manifestazioni di protesta vanno avanti. Ne parliamo con Lorenzo Scategni, volontario italiano a Khartoum e osservatore della realtà politica e sociale sudanese.
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Mentre il paese deve fronteggiare l’epidemia che ha già fatto decine di vittime e le sanzioni economiche statunitensi, Ha’yat Tahrir al Sham (Fronte al Nusra), il braccio siriano di Al Qaeda, ha conquistato altro terreno nella provincia di Idlib.
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