Gaza in fiamme: bombardamenti e pulizia etnica mentre Israele pianifica profitti sulle macerie

Giorno e notte, il rumore dei bombardamenti e dei colpi di mortaio non si ferma mai. Nel buio di Gaza City si può solo sentire. L'avanzata violenta dei militari israeliani e il pianto spaventato dei bambini. Non si dorme e non si mangia. Ci si scambiano notizie sulla posizione dei carri armati, per capire quando non si potrà più fare a meno di fuggire. Ma negli ultimi due giorni anche ottenere notizie è stato quasi impossibile, perché Tel Aviv ha bombardato e distrutto la principale rete di fibra ottica e le infrastrutture di telecomunicazione. Un blackout quasi totale si è abbattuto sulla Striscia, soprattutto sulle aree del nord. Qualche video, però, si è riusciti a trasmetterlo. Sono immagini di stragi di civili. Famiglie, donne, uomini e bambini. Ovunque nella Striscia. Nelle tende dei profughi, davanti agli ospedali, per la strada, sui marciapiedi, negli edifici crollati, sotto le macerie. Le aree in cui gli sfollati delle torri si erano rifugiati, sono state attaccate, con l'obiettivo di incutere paura e terrore. Gli aerei volano a bassa quota, i robot esplosivi vengono guidati vicino alle zone ancora affollate. Anche il campo profughi sulla spiaggia è stato attaccato, mentre dal cielo continuano a piovere volantini di minaccia e intimidazione. Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano ha fatto sapere che i militari permetteranno alla popolazione di utilizzare un percorso "temporaneo" per lasciare Gaza City. Ma che via Salah al-Din rimarrà percorribile solo per 48 ore, fino a venerdì. L'annuncio di possibilità temporanee e limitate aiuta lo sfollamento, fa pensare di dover cogliere "un'occasione" che potrebbe fare la differenza tra la vita e la...

I Podcast di Pagine Esteri

Non si uccidono così neanche i gattini

di Il Manifesto. Sara Cimmino legge Vittorio Arrigoni

Guerniga in Gaza

di Restiamo Umani. Sara Cimmino legge Vittorio Arrigoni

Amore sotto le bombe

di Restiamo Umani. Sara Cimmino legge Vittorio Arrigoni

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Pagine Esteri tv

Descrizione del Il governatore di Istanbul ha vietato ogni incontro, dimostrazione e marcia nella parte europea della città, dove si trova l’università di Boğaziçi, utilizzando la pandemia come scusa per fermare ogni ulteriore protesta. in anteprima

INCHIESTA. Armi, sorveglianza, tecnologia. Il lato nascosto delle relazioni tra Israele e il Golfo

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di Julie Kebbi e Stéphanie Khouri – L’Orient Today - Ottobre 2020 Traduzione dall’inglese di Elena Bellini Nonostante i recenti accordi di normalizzazione abbiano scosso l’intera regione, la cooperazione tra lo Stato ebraico e le capitali del Golfo non è un fenomeno nuovo, ed è in corso da decenni. Un trattato militare mascherato da “accordo di pace”. Gli Accordi di Abramo vengono considerati da un certo punto di vista come una riorganizzazione dell’asse anti iraniano. Che la si appoggi o la si critichi, quest’interpretazione ha il merito di ricordare una realtà a volte dimenticata, oscurata dal discorso politico ambientale. Il patto...

SECURITY. L’israelizzazione della sicurezza interna negli USA

SECURITY. L’israelizzazione della sicurezza interna negli USA

di Max Blumenthal *- Greyzone (traduzione di Danilo Russo) Pagine Esteri, 12 aprile 2021 - Nell’ottobre del 2011, il Dipartimento di Polizia della Contea di Alameda ha trasformato parti del campus dell’Università di Berkeley California in un campo di battaglia urbano. Il motivo: “Urban Shield 2011” (una mostra annuale dell’equipe SWAT, organizzata per promuovere la “mutua risposta”, la collaborazione e la competizione fra reparti mobili di polizia, fortemente militarizzati, in rappresentanza di Dipartimenti di Polizia degli Stati Uniti e di altre nazioni). In quel momento, il Dipartimento di Polizia della contea di Alameda si stava preparando allo scontro imminente...

INCHIESTA. Armi, sorveglianza, tecnologia. Il lato nascosto delle relazioni tra Israele e il Golfo

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SECURITY. L’israelizzazione della sicurezza interna negli USA

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INCHIESTA. Armi, sorveglianza, tecnologia. Il lato nascosto delle relazioni tra Israele e il Golfo

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PODCAST. Testimonianza da Gaza: “Qui è una catastrofe”

Pagine Esteri ha raggiunto nel campo di tende di Mawasi, a sud di Gaza, Sami Abu Omar, direttore del centro culturale italo-palestinese Vik. Le sue parole riassumono il dramma della popolazione palestinese, travolta dall’offensiva israeliana su Gaza City.  

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Cibo di qualita’

Israele è uno Stato genocida: lo afferma anche la Commissione d’inchiesta dell’Onu

La Commissione Indipendente d’Inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ha stabilito che la guerra condotta da Israele a Gaza costituisce un genocidio. La presidente della Commissione, Navi Pillay, ha chiarito in un’intervista che le responsabilità ricadono sui massimi vertici dello Stato israeliano, tra cui il presidente Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. "Perché questi tre individui erano agenti dello Stato, sotto la legge lo Stato è responsabile. Dunque affermiamo...

LIBIA. Accordo tra governo e milizia Radaa

Dopo mesi di tensione armata e di trattative sotterranee, il governo della Libia riconosciuto dalle Nazioni Unite ha raggiunto un accordo con la potente milizia Radaa, che da anni controlla ampie porzioni di Tripoli. L’intesa, frutto di una mediazione portata avanti da Turchia e dalla missione delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), mira a riportare sotto l’autorità statale due settori strategici finora in mano alla milizia: gli aeroporti della Libia occidentale e il sistema carcerario della capitale. Secondo quanto...

L’esercito israeliano avanza su Gaza City, i leader arabi si incontrano a Doha

Il piano di deportazione della popolazione palestinese di Gaza si sta avverando sotto gli occhi del mondo. Ma nessuna azione concreta è ancora stata intrapresa e sembra che nessun Paese abbia la forza (e la reale volontà) di fermare Israele. Il quale, impunito e senza freni, è diventato una minaccia globale. L'occupazione dell'intera Palestina storica è solo uno degli obiettivi israeliani e forse, al momento, non è neanche quello principale. Nel "nuovo Medioriente" disegnato da Benyamin Netanyahu, Tel Aviv...

SIRIA. Il voto indiretto di Ahmed Al Sharaa tradisce le speranze

Le urne si aprono oggi in Siria per le prime elezioni parlamentari dalla caduta di Bashar al Assad, ma il voto libero e democratico invocato per lungo tempo da molti siriani resta un miraggio. Il nuovo leader, Ahmed Al Sharaa, autoproclamatosi presidente dopo aver guidato per anni il gruppo qaedista Ha’yat Tahrir al Sham, ha deciso di inaugurare la fase politica post-Assad con un sistema elettorale tutt’altro che rappresentativo. Il meccanismo scelto prevede che 140 dei 210 seggi dell’Assemblea...

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