Pagine Esteri, 7 settembre 2023. Nella giornata del 6 settembre, la Corte Suprema di Giustizia in Messico ha deliberato la depenalizzazione dell’aborto in tutto il paese. Non è la prima volta che la Corte di Giustizia messicana si pronuncia in questo senso, era accaduto già 2 anni fa e in quell’occasione aveva deliberato in modo unanime l’incostituzionalità della pratica dell’aborto in uno stato del Nord del paese dopo alcune denunce avanzate da collettivi femministi.
Nel 2021 il presidente progressista López Obrador aveva rispettato la decisione della Corte Suprema per il rispetto della legalità. Inoltre, aveva espresso il suo parere favorevole alla decisione unanime della stessa Corte. In altre occasioni, lo stesso presidente aveva dichiarato che il paese era maturo per affrontare la legalizzazione dell’aborto attraverso una consulta popolare.
La stessa non si è poi concretizzata e così a dare luce verde alla delicata questione ci ha pensato la Corte Suprema di Giustizia che attraverso il suo account di Twitter ha scritto che è incostituzionale che il sistema giuridico penalizzi l’aborto nel Codice Penale Federale in quanto viola i diritti umani delle donne e delle persone gestanti.
In Messico l’aborto volontario è stato depenalizzato in 11 dei 32 stati che integrano il paese. La maggioranza lo permette fino alla 12esima settimana di gestazione.
Considerando che l’80% della popolazione messica si dichiara cattolica, la decisione dei magistrati nella giornata di ieri è stata davvero importante ed ha anche una grande rilevanza storica.
Oggi in America Latina predomina la criminalizzazione dell’aborto nella maggioranza dei paesi della regione. Nel 2020 l’Argentina è stata il terzo paese a legalizzare la pratica insieme a Cuba ed Uruguay.
Poi c’è un gruppo di paesi che concede la possibilità alla persona gestante di praticare l’aborto solo in alcuni casi specifici e soprattutto quando viene messa in pericolo la vita della persona gestante o nel caso ci sia violenza sessuale contro la donna, come Brasile, Venezuela, Ecuador e Paraguay e infine c’è il gruppo che vieta assolutamente l’aborto come Honduras, El Salvador e Nicaragua.