di Redazione
Pagine Esteri, 24 ottobre 2023 – La giornalista figlia dell’ideologo ultranazionalista russo Aleksandr Dugin, uccisa ad agosto dello scorso anno nei pressi di Mosca da una bomba piazzata nell’ auto sulla quale viaggiava, sarebbe stata vittima di un attentato organizzato da alcuni agenti segreti ucraini addestrati dalla Central Intelligence Agency.
Lo affermano alcuni “funzionari anonimi statunitensi e ucraini” citati dal quotidiano “Washington Post”, secondo cui proprio le spie addestrate dalla CIA sono impegnate sin dallo scorso anno in un sanguinoso “conflitto ombra” contro la Russia, senza contare i miliardi di dollari di armi, attrezzature e aiuti finanziari arrivati a Kiev dalla Nato.
Le fonti citate dal quotidiano ricostruiscono così l’attentato contro la donna: i componenti della bomba sarebbero stati introdotti in Russia quattro settimane prima dell’attentato, all’interno di un compartimento segreto ricavato in un trasportino per gatti, su un’auto in cui viaggiavano una donna e la figlia 12enne. La donna prese casa nello stesso condominio della famiglia Dugin e sorvegliò i suoi componenti per alcuni giorni. L’ordigno avrebbe dovuto uccidere Dugin, che però salì su un’altra vettura.
L’operazione – scrive ancora il quotidiano statunitense – è stata pianificata dal Servizio di sicurezza interna ucraino (Sbu), ed è parte di una campagna di attentati e operazioni sotto copertura in cui rientrano anche gli attacchi al ponte di Crimea, a navi russe nel Mar Nero e al Cremlino.
Nell’ultimo decennio, l’Sbu e le altre agenzie di sicurezza ucraine «hanno forgiato nuovi legami con la Cia» scrive il WP, secondo il quale dal 2015 l’intelligence statunitense «ha speso decine di milioni di dollari» per trasformare i servizi segreti ucraini, all’epoca strutturati sul modello sovietico, in «potenti alleati contro Mosca». L’agenzia statunitense «ha fornito sistemi di sorveglianza, addestrato reclute in territorio ucraino, costruito nuovi quartieri generali per l’intelligence militare di Kiev e condiviso informazioni»
Il capillare coinvolgimento della Central Intelligence Agency statunitense nel conflitto tra Russia e Ucraina è già stato oggetto di altre rivelazioni da parte della stampa Usa: secondo “Newsweek“, ad esempio, la Cia sarebbe la vera coordinatrice delle operazioni belliche ucraine, occupandosi di ruoli cruciali che vanno dalla logistica “informale” delle armi alla segnalazione degli obiettivi da colpire sul campo.
Secondo il Washington Post, negli ultimi 20 mesi l’Sbu e la sua controparte militare, il Gru, «hanno compiuto decine di omicidi» di ufficiali, funzionari e figure pubbliche russi, oltre a sostenere e organizzare gruppi terroristici e di resistenza in Russia e nei territori occupati. Tra gli omicidi il quotidiano cita quello del comandante di un sottomarino russo ucciso mentre faceva jogging in un parco e il blogger nazionalista Vladlen Tatarsky ucciso dall’esplosione di una bomba in un bar. Gli “omicidi mirati” compiuti dai servizi ucraini, secondo le rivelazioni del WP, sarebbero iniziate subito dopo il cambio di regime avvenuto a Kiev nel 2014. Alcune di queste operazioni condotte dall’SBU, secondo i media statunitensi, avrebbero incontrato la contrarietà di Washington.
Le autorità ucraine per ora non commentano mentre quelle russe trovano una insperata conferma alle accuse lanciate nei mesi scorsi contro gli Stati Uniti. – Pagine Esteri