della redazione
Pagine esteri, 21 novembre 2023 – Mentre si attende l’annuncio di un accordo per una tregua di 4-5 giorni assieme alla liberazione di 53 ostaggi israeliani e alla scarcerazione di 150 prigionieri politici palestinesi (in maggioranza donne e minori), a Gaza infuriano i bombardamenti aerei e i combattimenti sul terreno. Israele ha circondato il campo profughi di Jabalia che descrive come una roccaforte di Hamas. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito di 33 persone uccise e decine ferite in un attacco aereo israeliano su Jabalia. Altri dieci palestinesi sono morti in un altro raid dell’aviazione contro un palazzo di Khan Yunis. Qualche ora prima almeno 20 palestinesi erano sono stati uccisi in un bombardamento israeliano sul campo profughi di Nuseirat, alle porte del territorio meridionale di Gaza e punto di arrivo di un gran numero di persone in fuga dalle aree del nord occupate da Israele. E’ stato colpito anche l’ospedale Al Awda, nel nord, con tre membri del personale medico uccisi
Il ministero della Sanità di Gaza riferisce che dall’inizio della guerra sono stati uccisi 14.128 palestinesi, il 69% delle persone uccise sono donne e bambini. I feriti sono oltre 33.000. Aggiunge che 25 ospedali e 55 cliniche non sono più operativi a causa degli attacchi israeliani nella Striscia.
Nel frattempo, pioggia e freddo hanno peggiorato le già terribili condizioni di vita degli sfollati, molte migliaia dei quali dormono all’aperto o in tende improvvisate. I bombardamenti israeliani anche nelle aree meridionali indicano agli abitanti di Gaza che non esiste un posto sicuro dove andare. Nonostante l’ordine israeliano di allontanarsi dalle loro case, si ritiene che decine di migliaia di civili restino nel nord di Gaza che Israele dice di controllare e dove i militanti di Hamas resistono con azioni di guerriglia. Tutti gli ospedali in quella zona hanno smesso di funzionare ma ospitano ancora pazienti e sfollati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lavorando a un piano per evacuare tre ospedali: Al Shifa, Al Ahli e Indonesiano.
Questa sera il premier israeliano Netanyahu ha convocato il suo gabinetto di guerra tra i crescenti indiscrezioni di un accordo per liberare parte dei 240 ostaggi presi dai militanti di Hamas dopo l’attacco in Israele il 7 ottobre. Secondo le ultime notizie date dai media locali, Hamas libererà circa 53 ostaggi, per lo più donne e bambini e alcuni stranieri, mentre Israele rilascerà 150 prigionieri palestinesi. Non ci saranno combattimenti per quattro-cinque giorni e sorvoli su Gaza di droni israeliani di sorveglianza per 6 ore al giorno. Contro l’intesa sono schierati i ministri dell’estrema destra, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che parlano di “cedimento alle condizioni di Hamas”. Pagine Esteri