Un nuovo attacco aereo israeliano ha ucciso nella notte almeno quattro persone, tra cui Hassan Bdeir, un dirigente di Hezbollah, nella periferia meridionale di Beirut. Non c’è stato alcun preavviso del raid che ha ucciso anche i famigliari di Bdeir.  Secondo Israele, il dirigente colpito era membro di un’unità di Hezbollah che avrebbe aiutato Hamas a pianificare attacchi. Dal Libano invece affermano che Bdeir per conto della sua organizzazione manteneva i rapporti con il movimento islamico palestinese a Gaza.

Si è trattato del secondo attacco aereo su Beirut in cinque giorni. Israele ha ripetutamente violato la tregua uccidendo oltre 100 libanesi dopo la proclamazione del cessate il fuoco che lo scorso novembre ha posto fine allo scontro tra le due parti che ha sfollato più di un milione di persone dal Libano meridionale e ne ha uccise almeno 3.768 in Libano (73 soldati e 45 civili sono stati uccisi da razzi e droni in Israele).

Forte lo sdegno in Libano. Il presidente, Joseph Aoun, ha condannato i raid israeliani e invitato gli alleati del suo paese a sostenere il “diritto alla piena sovranità” del Libano. II primo ministro, Nawaf Salam, ha descritto l’attacco su Beirut una “palese violazione” degli accordi di tregua.

Hezbollah non si accontenta di queste dichiarazioni, fa pressioni sul nuovo governo e lancia avvertimenti. “Non vogliamo la guerra, ma se questa ci venisse imposta, siamo pronti a scoraggiare qualsiasi aggressione”, ha avvertito Ali Ammar, un parlamentare del movimento sciita.  Un altro deputato di spicco di Hezbollah, Ibrahim Musawi, ha commentato: “quello che è successo ci spinge a una fase completamente diversa, e riteniamo la comunità internazionale, gli Stati Uniti e l’Occidente responsabili di questo crimine, e il nemico non si è impegnato per un solo momento a rispettare la Risoluzione 1701”. Musawi ha criticato le dichiarazioni “irresponsabili” di alcuni ministri libanesi che a suo dire “incoraggiano il nemico a persistere nella sua aggressione” e denunciato le “1.500 violazioni israeliane che hanno causato morti e feriti dall’inizio del cessate il fuoco”.

Sabato scorso il segretario generale di Hezbollah Naim Qassem aveva ammonito che se lo Stato libanese non fosse riuscito a ottenere risultati attraverso la diplomazia contro le violazioni israeliane, sarebbero state prese in considerazione “altre opzioni”.

Intanto a Gaza, l’ offensiva di Israele ha ucciso almeno 322 bambini e ferito altri 609 negli ultimi 10 giorni, secondo l’agenzia dell’Onu per l’infanzia, Unicef. Le cifre includono i bambini che sono stati uccisi o feriti quando il reparto chirurgico dell’ospedale Al Nasser, nel sud di Gaza, è stato colpito da un attacco israeliano lo scorso 23 marzo. La maggior parte di questi bambini – aggiunge l’Unicef – erano sfollati e si erano rifugiati in tende di fortuna o in case danneggiate. In quasi 18 mesi di guerra, denuncia l’Unicef, almeno 15.000 bambini di Gaza sono stati uccisi, oltre 34.000 feriti e quasi un milione sono stati ripetutamente sfollati e privati dei servizi di base. L’agenzia dell’Onu chiede inoltre che Israele ponga fine al divieto di ingresso degli aiuti umanitari a Gaza che attua dal 2 marzo.ù

Intanto il Palestinian Journalists Protection Committee (PJPC) piange il giornalista Mohammad Al-Bardawil, 39 anni, ucciso insieme alla moglie e ai tre figli in un attacco aereo israeliano sulla loro casa a Khan Younis, nel sud di Gaza. Al-Bardawil, aveva lavorato con Al-Aqsa Radio per oltre 15 anni. È il quarto giornalista ucciso da quando è ripresa l’offensiva israeliana il 18 marzo. Il PJPC segnala che circa 209 giornalisti sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre.