Pagine Esteri – Nonostante l’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra il governo israeliano e Hamas con la mediazione di Donald Trump e di alcuni paesi arabi, i sindacati e le organizzazioni della solidarietà hanno deciso di mantenere le mobilitazioni indette in Spagna per quest’oggi.

Alcune organizzazioni sindacali di ambito statale – Confederazione generale del lavoro (CGT), Solidarietà dei lavoratori, Alternativa sindacale di classe (ASC) e Confederazione intersindacale – hanno indetto per oggi uno sciopero generale di 24 ore in tutti i comparti, sostenute da organizzazioni come “Madrid per la Palestina”, l’Associazione Spagna-Palestina e il Movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni.

Al governo spagnolo le organizzazioni convocanti chiedono la rottura totale delle relazioni con Israele, la fine di ogni complicità con il genocidio, l’embargo totale alla vendita di armi.

I due maggiori sindacati spagnoli – Unione Generale dei Lavoratori (UGT) e Commissioni Operaie (CCOO) – hanno indetto sempre per oggi uno sciopero di due ore per ognuno dei tre turni di lavoro, dalle 2 alle 4 di notte, dalle 10 alle 12 del mattino e dalle 17 alle 19 nel pomeriggio.

Da parte loro, i sindacati e le organizzazioni studentesche hanno fatto appello a svuotare scuole e università, e hanno convocato in mattinata circa 40 manifestazioni in altrettante città dello stato.

Altre decine di manifestazioni sono state invece convocate sia di mattina che di pomeriggio in altre decine di città dai sindacati.


Anche i sindacati baschi, catalani e galiziani hanno convocato proprie mobilitazioni.

Nei Paesi Baschi e in Navarra LAB, CCOO, UGT, Steilas, ESK, CGT/LKN, Etxalde e Hiru hanno indetto scioperi di tre ore per ogni turno (dalle 3:00 alle 6:00, dalle 11:00 alle 14:00 e dalle 19:00 alle 22:00) ed in alcuni comparti di quattro ore, ed hanno convocato manifestazioni congiunte alle 12:30 nei capoluoghi. A Bilbao sono scese in piazza 55 mila persone, a Gasteiz 22 mila, 18 mila a Donostia e 15 mila a Pamplona. Un migliaio di aderenti al sindacato ELA hanno invece manifestato davanti alla sede centrale della sezione basca del Partito Socialista, a Bilbao.

Nel pomeriggio si terranno invece una decina di manifestazioni convocate dalle organizzazioni politiche e di solidarietà. LAB, ELA e Steilas hanno inoltre indetto uno sciopero dell’intera giornata nel settore dell’istruzione.

In Galizia lo sciopero generale è convocato dalla CUT, mentre la CIG ha indetto scioperi di quattro ore per turno; in Catalogna la mobilitazione è convocata dall’Intersindical, dalla COB e da altre sigle.

In Andalusia questa mattina Canal Sur, la televisione pubblica regionale, ha interrotto le trasmissioni a causa dell’adesione dei lavoratori e delle lavoratrici allo sciopero. In mattinata alcuni porti – quello di Valencia, tra gli altri . sono stati bloccati dai lavoratori e dai cortei che reclamavano la fine delle esportazioni di armi verso Tel Aviv, che continuano nonostante l’embargo decretato dal governo.

In mattinata si sono registrati numerosi blocchi stradali e picchetti, alcuni dei quali sono stati caricati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. I sindacati confermano un’adesione rilevante sia agli scioperi – soprattutto nel settore industriale, in quello dei trasporti, in quello dell’istruzione e in quello dei media – sia alle manifestazioni.

Intanto i media spagnoli informano che tre diversi incontri di pallacanestro che vedono squadre locali scontrarsi con team provenienti da Israele si giocheranno a porte chiuse, senza pubblico, a causa delle previste contestazioni annunciate dalle reti di solidarietà con il popolo palestinese. Durante la giornata varie manifestazioni hanno preso di mira le istituzioni sportive e gli hotel dove alloggiano gli atleti israeliani, e nei pressi della stazione di Sants, a Barcellona, la polizia autonoma catalana ha caricato i manifestanti che hanno prima tentato di bloccare il pullman su cui viaggiavano i giocatori dell’Hapoel Gerusalemme e poi di assediare l’hotel dove alloggiano. Più tardi altri manifestanti hanno tentato di impedire l’accesso degli atleti al palazzetto dello sport Nou Cogost di Manresa, presidiato da un dispositivo di 500 agenti.

L’incaricata d’affari israeliana in Spagna, Dana Erlich – che da alcune settimane sostituisce l’ambasciatrice, ritirata da Tel Aviv dopo l’adozione da parte del governo di Madrid di alcune misure contro lo Stato ebraico, ha criticato la continua organizzazione di proteste e mobilitazioni come quella di oggi a sostegno della causa palestinese affermando che si tratterebbe di manifestazioni di “puro odio contro Israele”.- Pagine Esteri