Autore: Valeria Cagnazzo

CULTURA. L’Iraq dei poeti – Come uccelli migratori (parte seconda)

di Valeria Cagnazzo* Chi di noi due sa a chi apparteniamo? Noi, con questa nostra faccia rugosa, a te? O tu, amante di strade senza ritorno, a noi? O piuttosto, è al boia che apparteniamo entrambi, oh Baghdad? Quando Fawzi Karim abbandonò l’Iraq per la prima volta, era il 1970. Nato nel 1945, figlio di un droghiere, aveva già pubblicato la sua raccolta d’esordio, “Dove iniziano le cose”, ed era stato il poeta più giovane a partecipare alla prima Conferenza Internazionale di Poesia a Baghdad nel 1966. Insegnava letteratura in una scuola superiore, ma fu deposto dal suo incarico...

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L’Iraq dei poeti – Come uccelli migratori, parte quarta

Dopo il 2003 molti iracheni tornarono a casa. Tra questi, anche tanti dei “poeti migratori” che nel corso dei trent’anni precedenti avevano trasferito i loro versi in Inghilterra, Francia, Italia, o nei Paesi Scandinavi. La fine dell’esilio, però, per loro non corrispose a ritrovare il proprio Paese devastato dalla guerra e sotto l’occupazione delle truppe americane.

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