La scrittrice Suad Amiry parla del suo libro, “Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”. “Racconto di Suhbi e Shams prima del 1948 ma anche di un caffè di Giaffa dove si discuteva di temi che erano più o meno quelli di oggi: l’appoggio che gli israeliani di quel tempo ricevevano ricorda da vicino la situazione internazionale attuale. E i leader palestinesi che invece erano spaccati su tutto, come oggi.
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“La soluzione dei due Stati è irrealizzabile”, spiega l’ex presidente della Knesset divenuto un intellettuale anti-sistema, “ci vuole un unico Stato per palestinesi ed ebrei. Anche ai milioni di palestinesi ancora sotto occupazione militare deve essere concesso, come minimo, il diritto di voto per il parlamento israeliano”.
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La storia di Abu Tareq, del quartiere di Abu Tur, e del suo sogno di poter avere tutti i servizi pubblici garantiti nella zona ovest di Gerusalemme, a cominciare dal servizio postale. I palestinesi, 55 anni dopo l’occupazione israeliana della zona araba della città, non ancora ricevono a casa la corrispondenza.
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La possibile uscita di scena, dopo 12 anni al potere, del leader del Likud non significa che la destra non continuerà a dominare la politica israeliana. Naftali Bennett che si prepara a sostituirlo alla guida dell’esecutivo è un nazionalista religioso, ultraconservatore sul tema dei diritti civili in Israele e ostile verso i palestinesi ai quali non riconosce il diritto alla sovranità
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Interrotti i bombardamenti e i lanci di razzi. Decisive le pressioni internazionali. Ma le condizioni di Gaza non cambieranno: non verrà revocato il blocco della Striscia né le restrizioni.
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