CULTURA. Palestina: Suad Amiry, una “scrittrice per caso”.
PODCAST La più nota oggi delle scrittrici palestinesi, Suad Amiry si sente soprattutto un’architetta. E non solo perché ha studiato architettura all’American University di Beirut e all’Università del Michigan. E nemmeno perché dal 1981 insegna architettura all’università cisgiordana di Bir Zeit e dirige a Ramallah il Riwaq Center, per la conservazione di quello che rimane dell’architettura palestinese. Suad Amiry nella sua vita ha scritto saggi e romanzi nei quali ha raccontato, con grazia, tristezza e molto sarcasmo, di migliaia di case che, a cominciare dal 1948, i palestinesi furono costretti ad abbandonare in fretta e furia e che poi sono passate nelle mani degli israeliani. La ascoltiamo in questo podcast curato da Guido Piccoli
CISGIORDANIA. Si accende la protesta anti-Abu Mazen per la morte di Nizar Banat ammazzato di botte
PODCAST. Noto oppositore del presidente palestinese, Banat è stato colpito con bastoni per diversi minuti da poliziotti dell’Autorità Nazionale Palestinese ed è morto poco dopo il ricovero all’ospedale di Hebron. Immediata la contestazione di migliaia di palestinesi del presidente dell’Anp Abu Mazen, accusato di aver messo in piedi un regime autoritario in cui è vietato esprimere qualsiasi critica. L’accaduto aggrava la crisi di consenso del leader dell’Anp che avvantaggia il movimento islamico Hamas e altre formazioni dell’opposizione.
G20 a Catania. L’incontro italiano dei grandi Stati subalterni al capitale finanziario
PODCAST. Dalla manifestazione contro il G20 in Sicilia, Antonio Mazzeo ci spiega quali sono i temi caldi di cui discutono i capi di Stato dei Paesi coinvolti e perché sia importante ancora oggi la contestazione sociale.
EBRAHIM RAISI È IL NUOVO PRESIDENTE DELL’IRAN
Intervista alla giornalista Cecilia Rinaldini, inviata di Radio Rai a Tehran, sull’elezione a presidente dell’Iran del conservatore Ebrahim Raisi.
ISRAELE. Chi è il nuovo premier Bennett e cosa (non) cambierà per i palestinesi
PODCAST. Naftali Bennett, ultranazionalista religioso, milionario, vicino al movimento dei coloni, non si sposterà dalla politica di destra di Netanyahu ed escluderà qualsiasi forma di sovranità palestinese
PODCAST. Il Libano sprofonda nella crisi politica ed economica, dilaga la povertà
Intervista a Pasquale Porciello, giornalista a Beirut. A dieci mesi dell’esplosione al porto di Beirut e quasi a due anni dalle proteste popolari contro l’intera classe dirigente, lo stallo politico non è superato, il nuovo governo resta lontano e il disastro finanziario del Paese resta irrisolto. Centinaia di migliaia di libanesi a stento sopravvivono al carovita e alla svalutazione della valuta nazionale. Sul paese dei cedri pesa sempre l’influenza di potenze regionali e internazionali.
PERÙ. La sinistra ha vinto, Pedro Castillo è presidente.
Il candidato espressione dei settori popolari, delle minoranze, dei minatori, mira alla nazionalizzazione delle risorse e a riequilibrare le disuguaglianze nel Paese. Intervista a Davide Matrone
PODCAST- BURKINA FASO.160 i civili massacrati a Solhan. Oltre tremila in fuga.
Il governo burkinabé ha accusato “gruppi terroristi” dell’attacco in cui nel fine settimana sono rimasti uccisi almeno 160 civili in un villaggio nel nord-est del Paese. Tuttavia nessuna organizzazione finora ha rivendicato la responsabilità del massacro. Intanto è salito a oltre tremila il numero degli sfollati. ASCOLTIAMO LA CORRISPONDENZA DELLA GIORNALISTA E AFRICANISTA ILARIA DE BONIS
PODCAST. ISRAELE. Finisce l’era di Netanyahu ma la destra radicale resta al comando
La possibile uscita di scena, dopo 12 anni al potere, del leader del Likud non significa che la destra non continuerà a dominare la politica israeliana. Naftali Bennett che si prepara a sostituirlo alla guida dell’esecutivo è un nazionalista religioso, ultraconservatore sul tema dei diritti civili in Israele e ostile verso i palestinesi ai quali non riconosce il diritto alla sovranità
Mali, dietro il colpo di Stato
Dal colpo di stato dell’agosto 2020 al golpe di questi giorni. Cosa si nasconde dietro la “transizione democratica” auspicata dall’occidente e quali sono gli interessi economici e militari dell’Europa e dell’Italia? Antonio Mazzeo, esperto di relazioni militari, ci spiega cosa sta accadendo in Mali.